La nuova direttrice di Kotaku

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Pur con alcune vicende (come questa) che hanno minato il lavoro del sito, Kotaku resta uno dei portali di videogiochi più rilevanti al mondo. Da alcune settimane, ha una nuova direttrice: Patricia Hernandez, che, prima della sua esperienza presso un altro sito di videogiochi, Polygon, aveva già ricoperto il ruolo di vicedirettrice.

Nell’editoriale con cui ha annunciato il suo ritorno, Hernandez ha riassunto lo stato attuale di Kotaku; ma ciò che ha scritto è valido, secondo me, per tutti i siti d’informazione di videogiochi: la situazione è critica.

“I siti di videogiochi, per come sono oggi, hanno ripetutamente fallito nel rappresentare l’ampia ondata di persone che giocano ai videogiochi” ha scritto. “E ogni anno che passa, tale fallimento diventa sempre più evidente. ‘Tutti’ giocano ai videogiochi ormai, eppure la maggior parte di queste persone difficilmente frequenta i siti di videogiochi a meno che non abbia bisogno di sapere come si fa qualcosa”.

In un altro passaggio per me fondamentale per comprendere quanto l’editoria videoludica abbia bisogno di una sonora svegliata, Hernandez ha scritto: “Odio che quasi l’intera giornata di ogni sito sia scandita dai comunicati e dal ciclo delle notizie impostato dagli editori. Odio la copertura dei videogiochi ad alto budget e di come un gioco non riesca a essere mai più importante di quando ancora non esiste – o di quando è appena stato lanciato sul mercato. Odio che tanto di ciò che i siti di videogiochi considerano meritevole di essere coperto sia spesso scritto per uno specifico tipo di lettore.”

Per di più, “diciamo ‘non prenotate i giochi’ mentre allo stesso tempo copriamo con grande diligenza i grandi eventi che esistono al preciso scopo di farvi esaltare sul prossimo grande gioco. Nel frattempo, progressi come Xbox Game Pass distruggono il ciclo delle pubblicazioni su cui i moderni siti di videogiochi hanno fatto affidamento per anni. Ciò che è nuovo e sbrilluccicante non è più un riferimento di ciò che davvero prenderà piede fra il pubblico, com’è stato il caso di Among Us”.

Penso che l’editoriale di Hernandez, di cui avrei potuto estrapolare ulteriori riferimenti, sia un’importante lettera d’intenti: i siti di videogiochi devono cambiare. Penso anche che Kotaku resterà Kotaku: continuerà a coprire i grandi eventi e a recensire videogiochi come ha fatto finora.

È importante però, come accade nei quotidiani statunitensi, che l’editoria videoludica inizi a discutere e ragionare sul suo ruolo e su come, per anni, abbia sottovalutato come tutto attorno stesse cambiando. Ancora oggi, per esempio, i giochi mobile hanno una copertura minima rispetto ai giochi console e PC, mentre le recensioni vengono scritte come si faceva trent’anni fa. I siti di videogiochi hanno finito per inseguire le persone che giocano in diretta su Twitch, che fanno intrattenimento e non informazione.

Per prendere sul serio i videogiochi serve, per prima cosa, prendere sul serio l’informazione.