Le tanti morti (false) dei videogiochi single player

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Forse lo sapete già, ma intanto lo ribadisco così che siamo tutti allineati: i primi risultati di Concord – videogioco online sviluppato da Firewalk Studios e prodotto da Sony Interactive Entertainment per PS5 e PC – sono negativi.

Su Steam non ha mai sfiorato i mille utenti connessi contemporaneamente neanche nei primi giorni, che generalmente sono quelli dove c’è più curiosità e più attenzione. Mentre su PlayStation si trova dietro i 150 videogiochi più venduti del momento, dietro a videogiochi molto meno recenti. Numeri che, insomma, già oggi raccontano un debutto scarso.

Quando ciò accade, il rischio è di continuare, nei giorni che seguono il lancio sul mercato, a evidenziare simili risultati scarsi. Di insistere nel paragonare i risultati con altri videogiochi simili usciti di recente e che invece hanno fatto molto meglio; valutare con il senno di poi ciò che non funzionava già prima, magari in sede di annuncio; sfruttare l’insuccesso di un nuovo videogioco come strumento per riportare in auge discorsi antagonistici verso una determinata piattaforma.

Come se ci fosse un che di morboso nell’insistere su quanto stia andando male, soprattutto quando è un videogioco pubblicato da grandi aziende.

In altre parole: come se si godesse del fallimento di questo tipo di titoli, pubblicati da ingorde multinazionali e che non sono ciò che noi vorremmo. Quindi, è il sottotesto, ben gli sta.

Il punto è che Concord, a prescindere che vi interessi o meno, è un videogioco a cui un gruppo numeroso di persone ha lavorato per anni. Ogni giorno, per anni. Forse all’interno dello studio si aspettavano una reazione così tiepida; forse no. Ma posso immaginare che cosa significhi assistere a un risultato così spiacevole. E poi entrare sui social e vedere i commenti negativi, le prese in giro, i meme; magari anche gli insulti e le pretese di aver sempre saputo che sarebbe finita così da parte di un utente a caso su X o su Facebook.

Oggi è Concord, ma in passato sono stati altri titoli: da Redfall a Suicide Squad: Kill The Justice League.

Cosa si può fare per evitare che un legittimo commento critico – doveroso, persino – non sfoci in un’esagerazione?

Di base, aiuta ricordarsi che ogni videogioco è il risultato di un lavoro che è durato migliaia di ore; che a volte i videogiochi vanno male per motivi che non riguardano la qualità dell’esperienza, bensì le condizioni del mercato, che continuano a cambiare ogni anno; e che a volte i videogiochi pubblicati sono l’ultimo atto di un percorso avviato anni fa e il futuro non è prevedibile.

Su PC Gamer, Tyler Wilde ha scritto: “In ogni caso, il riflesso di esultare per il fallimento di Concord come se fosse meritato produce solo risentimento e incomprensioni, creando un ambiente in cui tutto è ritenuto ovvio e le analisi reali vengono soffocate in favore di battute condivisibili, osservazioni superficiali e iperboli”.

E ancora: “Si può capire perché questa sia una via retorica più comoda rispetto al fare i conti con la realtà più complessa di un panorama videoludico instabile in cui la qualità non è l’unico fattore predittivo del successo, in cui istituzioni multimiliardarie come Sony spesso faticano a farsi sentire, in cui è difficile fare previsioni e in cui spesso sembra che anni di lavoro possano essere spazzati via da piccoli errori di calcolo e rapidi cambiamenti dei gusti”.

Ci si può cadere tutti: lo stesso PC Gamer, in una notizia scritta da Joshua Wolens a ottobre 2023, sbeffeggiava i risultati di Redfall paragonandoli a quelli di Prey, uscito nel 2017.

Si può però cercare di migliorare e di non rifare gli stessi errori.

Massimiliano


È successo di nuovo. È stato un pubblicato un videogioco a giocatore singolo, Black Myth: Wukong, che ha registrato un ottimo risultato – 10 milioni di copie vendute in tre giorni; di cui oltre l’80% in Cina – e i videogiochi di questo tipo hanno smesso di essere “morti”.

non è certo la prima volta che qualcuno, dopo il successo di una produzione di questo tipo, ci “rivela” che i videogiochi a giocatore singolo “non sono morti”.

Il punto è che morti non lo sono mai stati davvero.