I BONUS AI DIRIGENTI
Gli editori di videogiochi ricompensano frequentemente i principali dirigenti con lauti bonus multimilionari. Le figure più ricompensate sono gli amministratori delegati, che possono ricevere cifre importanti (20-30 milioni di dollari all’anno) in aggiunta allo stipendio pattuito. In alcuni casi avviene sulla base di precise prestazioni (per esempio, l’aumento del valore delle azioni in un certo periodo di tempo); in altri, sulla base di ragioni meno specifiche. Ciò avviene, per altro, nonostante contemporaneamente o a breve distanza le società annuncino importanti tagli al personale.
In queste settimane si è parlato molto del bonus che Activision Blizzard, editore di Call of Duty o World of Warcraft, ha elargito al suo ad, Bobby Kotick, e della contrarietà degli azionisti. Negli ultimi quattro anni, Kotick ha ricevuto oltre 96 milioni di dollari di bonus aggiuntivi al suo stipendio. Mentre Electronic Arts, editore di FIFA e Battlefield, ha garantito al suo amministratore delegato Andrew Wilson un bonus di 30 milioni di dollari per “continuare a trattenere e motivare Wilson”.
I motivi di questo scontro sono molteplici. Il primo: secondo gli azionisti, intanto, la crescita delle azioni di queste multinazionali del videogiochi nel 2020 è il risultato più della situazione contestuale (le persone hanno speso tanto tempo in casa e quindi hanno giocato tanto) che della capacità dei propri amministratori delegati di guidare le società
Il secondo motivo è più di scenario e riguarda l’industria videoludica nel suo complesso. Lo ha spiegato bene Michael Warner, direttore della ricerca sui compensi ai dirigenti per CtW Investment Group, al podcast di GamesIndustry: ci si è ritrovati in una situazione in cui i massimi dirigenti vengono ricompensati con dei bonus anche quando non li meriterebbero affatto.
Quando le società vanno bene, allora il motivo è evitare che i dirigenti vadano altrove, magari attirati dalle offerte di società come Apple o Facebook che stanno investendo nei videogiochi. Se le società vanno male e quindi ai dirigenti non spetta una ricompensa oppure la loro quota azionaria non sta dando i suoi frutti, vengono comunque erogati dei bonus perché altrimenti i dirigenti potrebbero andarsene verso altre aziende che li ricompensano in maniera diversa.
Inoltre, c’è una forte divisione fra l’esperienza dei dirigenti e quella degli azionisti, che è alla base delle dispute di cui ti ho accennato all’inizio. “Nel corso del tempo, i dirigenti vengono continuamente ricompensati, ma se sei un azionista e hai investito 100 mila dollari in una società, se le sue azioni in 5 anni scendono del 50%, allora hai perso 50 mila dollari, mentre i dirigenti hanno continuato a ricevere bonus” ha riassunto Warner.
Per altro, alcune ricerche hanno evidenziato come basare i bonus dei dirigenti sulle prestazioni sia controproducente in quanto tende – prevedibilmente – a preferire gli obiettivi sul breve termine o a spingere le componenti finanziarie da cui dipendono i loro bonus.
UNA NUOVA SWITCH
Nei giorni scorsi Nintendo ha annunciato un nuovo modello di Switch: sarà disponibile da ottobre, in Italia costerà 349 euro e avrà uno schermo OLED da 7″. Per cui, no, non è il modello “Pro” di cui si è tanto parlato (ci arrivo nel capitolo successivo): il resto delle specifiche tecniche, dal processore alla batteria, sono identici al modello standard, quello commercializzato a marzo 2017.
L’annuncio è interessante perché ci ha fatto capire come Nintendo interpreta Switch: come una console portatile. E come le sue precedenti console portatili, soprattutto Nintendo DS prima e 3DS poi, ha già partorito due ulteriori modelli oltre a quello standard: nel 2019 è stata commercializzata Switch Lite; nel 2021, appunto, Switch (Modello OLED).
Per altro, tale prospettiva è rafforzata dal fatto che le due revisioni di Switch proposte fino a oggi abbiano riguardato la fruizione in portatilità: Switch Lite per agevolarla, riducendo peso e dimensioni; Switch OLED aumentando la qualità dello schermo e la sua diagonale. Il dock, cioè la base a cui la console dev’essere collegata per poter giocare su un TV, è identica da quattro anni a livello di potenza di calcolo.
Nintendo 3DS ha avuto varie revisioni: 3DS XL nel 2012; 2DS nel 2013; New Nintendo 3DS e New Nintendo 3DS XL nel 2015 e New Nintendo 2DS XL nel 2017.
Per cui, è lecito attendersi che se Nintendo continuerà a trattare Switch soprattutto come una console portatile, ne possano arrivare altre prima di un modello che possa essere considerato una nuova generazione.
PRIMA O POI CI SI AZZECCA
Hai presente quando tua madre, quando avevi pochi anni di età, ti diceva “occhio che se fai così, ti fai male”. Lo diceva sempre e spesso non ti facevi nulla. Arrivava quella volta, però, in cui cadevi e ti facevi male. Puntualmente, ecco tua madre: “Vedi? Cosa ti avevo detto?”. Non aveva avuto una premonizione speciale in quell’occasione; ma se ogni giorno prevederò qualcosa, prima poi arriverà il momento in cui avrò ragione. Non perché sarò stato bravo, bensì perché era molto probabile che succedesse.