In che posizione si trova Apple?

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Da anni Apple si trova in una posizione un po’ strana, quando si parla di videogiochi.

Da una parte genera più ricavi dai videogiochi di Sony, Microsoft e Nintendo messe insieme e ci riesce trattenendo il 30% degli acquisti effettuati nei videogiochi delle altre aziende su iOS. Solo così, ha un giro d’affari da 15 miliardi di dollari all’anno (sono valori del 2021, emersi durante il dibattimento contro Epic Games per aver tolto Fortnite da iOS a seguito di un aggiornamento del sistema di pagamento). Due terzi dei ricavi generati dall’App Store di iOS arrivano dai videogiochi.

Inoltre, propone Apple Arcade, abbonamento disponibile per ogni dispositivo Apple, dai Mac fino agli iPad; ha un insieme di strumenti di sviluppo per favorire la conversione dei giochi Windows su macOS; e all’ultima presentazione, quella del 12 settembre, ha persino mostrato come, grazie al nuovo processore, videogiochi come Resident Evil 4 Remake, Death Stranding e Assassin’s Creed Mirage possono girare benissimo sugli iPhone 15 Pro (che costano più di 1.200 euro) in locale e senza evidente perdita di qualità rispetto alla versione console (vedremo).

Eppure:

  • Apple Arcade è perlopiù sparito dalle presentazioni di nuovi prodotti mobile di Apple (nonostante il catalogo continui a essere aggiornato);
  • alle promesse di nuovi incentivi per creare videogiochi su Mac non sono seguiti reali cambiamenti;
  • quando ha annunciato il suo visore di realtà mista, Vision Pro, i videogiochi sono stati molto laterali;
  • e la cosa più interessante che fa Apple da anni (creare lo spazio per i videogiochi di livello console su mobile) in realtà tocca pochissime persone, quelle disposte a pagare tantissimo per uno specifico modello di smartphone.

Perciò, non è semplice decifrare la strategia di Apple attorno ai videogiochi né comprendere l’orizzonte temporale di alcune sue decisioni.

Tralasciando del tutto il Pippin, unica console per videogiochi di Apple nella sua storia e che ebbe scarso riscontro commerciale, Apple è invischiata in questa danza con gli sviluppatori di videogiochi da anni e non sembra in grado di risolvere il problema dell’uovo e della gallina: le persone non giocano su Mac perché ci sono pochi videogiochi; ma ci sono pochi videogiochi proprio perché il pubblico è striminzito. Le statistiche di Steam indicano che ci sono più persone che giocano su Linux (grazie a Steam Deck) che su macOS.

Nonostante ciò ufficialmente Apple sembra sempre cercare di trovare un modo per fare un passo in più e di dare più spazio ai videogiochi; ma allo stesso tempo, fra le pieghe delle sue scelte, non entra davvero nel settore, almeno in prima persona, e lo fa senza convinzione. Come se i videogiochi fossero una conseguenza delle cose e non un risultato ben preciso.

Con l’App Store ha dato a milioni di persone uno spazio per creare videogiochi di grande successo e da questo successo Apple ne ha ricavato, e continua a ricavarne, parecchi miliardi di dollari ogni anno.

Eppure, mi chiedo se sia stato davvero merito di Apple, visto che su altri fronti è riuscita così così.