Recentemente, Atari, nome storico nel mondo dei videogiochi, ha annunciato che riprenderà a pieno regime a creare videogiochi per console e PC. Considerato che il marchio si è un po’ perso negli anni – ha puntato, per esempio, sui casinò online in Africa – ci si è chiesti perché abbia deciso di farlo.
“Perché è ciò per cui le persone ci conoscono” ha risposto Wade Rosen, amministratore delegato di Atari. “Anziché provare a reinventarci come compagnia televisiva o come operatore di casinò o tutte queste cose che non siamo, siamo conosciuti come produttore di videogiochi”.
Ok, chiaro. Ma perché proprio i videogiochi per console e computer?
“Il mondo dei giochi gratuiti sta diventando molto competitivo” ha ricordato Rosen. “Il ritorno [dell’investimento] per chi ce la fa sta crescendo sempre di più, ma la quantità dei virtuosi sta diventando ogni anno sempre più piccola. Se guardi i dieci giochi gratuiti più popolari di quest’anno, è probabile che nove su dieci siano gli stessi di cinque anni fa”.
Per Rosen, inserirsi oggi nel giro d’affari dei giochi gratuiti, che basano i propri ricavi su abbonamenti e acquisti interni alle applicazioni, è complesso ed è “un modello di business completamente diverso”. Creare giochi per console e PC, invece, “si allinea meglio con la nostra cultura e ciò che vogliamo offrire agli utenti e il tipo di giochi che vogliamo proporre”.