Il problema con gli azionisti

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Gli azionisti vogliono una cosa: continua, disperata e forsennata crescita. Quando lo scorso dicembre CD Projekt ha pubblicato Cyberpunk 2077, il suo più grande gioco dopo The Witcher 3, e sono piovute polemiche per come l’azienda ha gestito tutto (il gioco era pieno di bug e le versioni console erano molto sotto le aspettative), le azioni in borsa sono inevitabilmente crollate. Nelle settimane successive, CD Projekt ricevette anche diverse denunce da alcuni azionisti, secondo cui la società avrebbe nascosto varie informazioni e quindi avrebbe, di fatto, impedito agli azionisti di effettuare scelte di investimento consapevoli.

Nei giorni scorsi, CD Projekt ha annunciato che d’ora in poi avrà un approccio più cauto: nel 2021 lavorerà per espandere Cyberpunk 2077 e The Witcher (con uno spin-off per i dispositivi mobile e continuando a supportare il gioco di carte Gwent, un altro spin-off della serie);  riorganizzerà l’azienda in modo da poter lavorare contemporaneamente a più produzioni ed eviterà di mostrare i giochi troppo in anticipo rispetto alla data di lancio. Inoltre, la società ha acquisito Digital Scapes, con cui collabora dal 2018, che sarà rinominata in CD Projekt Vancouver.

Tutte novità che dovrebbero essere positive: se riduci le aspettative (facendole calare da “eccezionali” a “buone”), eviti di creare situazioni molto fragili e che possono trasformarsi in un boomerang se gestite male come è stato per Cyberpunk 2077. Nemmeno questo, però, è piaciuto agli azionisti: il valore delle azioni è calato ulteriormente dopo questi annunci. Il perché è presto detto: agli azionisti non è piaciuto che CD Projekt non abbia dato una prospettiva sui suoi giochi post-2021. Credit Suisse ha abbassato il grado delle sue azioni da “neutrale” a “sottoperformante”.

C’è una cosa che devi tenere a mente: gli azionisti di una società videoludica spesso non sanno molto di videogiochi; non sono lì per quello, ma per fare soldi e quindi hanno aspettative legate a quanto i ricavi di una società aumenteranno o caleranno. Se una società fa un pessimo gioco che genera ricavi altissimi, gli azionisti sono contenti: non gliene importa nulla della qualità, fintanto che quel prodotto conduce a dei ricavi e, soprattutto, alla crescita.

Il problema di Cyberpunk 2077 non sono stati i bug di per sé; ma è stata la reazione del mercato e il danno d’immagine che ha poi influenzato anche le vendite del gioco, soprattutto su console (a oggi Cyberpunk 2077 continua a non essere acquistabile dal negozio digitale di PS4 e PS5: il gioco è stato rimosso da Sony a dicembre e ancora non è stato ripristinato). Il problema è aver prospettato agli azionisti uno scenario molto positivo che poi non si è realizzato, con tutte le conseguenze commerciali e finanziarie del caso.