Non dirò niente di nuovo, ma trovo sempre affascinante nel suo ripetersi la manifestazione del cerchio dell’hype che incessantemente accoglie nuovi contenuti e ne espelle altri. Di un gioco che prima era grandemente atteso e la cui assenza dalle presentazioni ea persino fonte di delusione; e che poi, quando finalmente viene mostrato, invece viene accolto con un “ah, speravo di più” e relegato nell’angolo dei giochi che “forse quando scende di prezzo lo compro”. Già stato tutto deciso: passiamo oltre.
Dopo essere stato annunciato nel 2017 e mai più rivisto per (evidentemente) problemi di sviluppo (o semplicemente è stato annunciato quando ancora non c’era niente), Bayonetta 3 è stato mostrato al Nintendo Direct. Il gioco sembra quello che ci si poteva aspettare: un episodio di Bayonetta. Solo che Bayonetta 2 è del 2014 e otto anni dopo un nuovo capitolo che non si discosta dal precedente rischia di essere fuori tempo massimo.
Bayonetta, però, è quella cosa lì: un gioco d’azione figlio della filosofia di Devil May Cry (2001). E lo era già nel 2009, al tempo del primo capitolo, e nel 2014, quando le vendite di Bayonetta 2 sono state scarse (il riscontro di Wii U non ha certo aiutato). Però un terzo capitolo veniva ampiamente chiesto e l’annuncio che Nintendo lo avrebbe pubblicato era stato accolto con favore.
Il passare degli anni ha fatto il resto: Bayonetta 3, fino a pochi giorni fa grande atteso, è già storia vecchia. Passiamo oltre.