Nel 2020 gli eventi – di qualunque settore – sono cambiati profondamente. La pandemia ha impedito di farli dal vivo, come al solito, con migliaia di persone in presenza, strette l’una all’altra, dopo aver fatto la fila all’ingresso e aver aspettato, magari, al freddo, per un posto libero e non sapere dove sedersi.
Il trasferimento alle presentazioni virtuali non è andato benissimo. Gli eventi hanno perso l’appeal, in primis a causa della mancanza di un riscontro diretto da parte sia della stampa sia dei visitatori: sono diventato dei contenuti senza anima perché l’unico messaggio era quello delle aziende attraverso dei filmati preregistrati di scarso interesse.
Inoltre, c’è stata una frammentazione degli eventi in streaming, con la conseguenza di avere troppe occasioni in cui si è detto troppo poco.
Ora si sta tornando a fare gli eventi fisici: e si ci è accorti che non si può tornare come prima e fingere che andava tutto bene. Perché gli eventi fisici stavano già iniziando a mostrare dei grossi limiti nell’era dei contenuti in streaming da prima dello scoppio della pandemia e stavano faticando a giustificare la loro esistenza al di là di dover essere incastrati nel budget di marketing annuale delle aziende.
Cancellata la BlizzCon 2022. Addio anche al Pax South
Activision Blizzard, al centro di una profonda trasformazione dopo varie denunce di un ambiente aziendale discriminatorio verso i dipendenti, ha annunciato che la BlizzCon 2022 non si farà e che nel frattempo la società valuterà come “reimmaginare” l’evento, nato 16 anni fa.
Allo stesso tempo, il PAX South è stato definitivamente cancellato perché, secondo gli organizzatori, l’evento non è cresciuto a sufficienza negli anni rispetto agli altri eventi.
Qualcosa sicuramente è cambiato e potremmo vedere ulteriori organizzatori prendere simili strade: cancellando gli eventi o “reimmaginandoli”.