Per il terzo anno consecutivo l’E3, il maggior evento videoludico dell’anno, non si terrà di persona. Nel 2020, a causa della certezza per l’inizio della pandemia, è stato cancellato. Nel 2021 si è tenuto solo online, in un’edizione virtuale che non ha convinto nessuno e che, anzi, ha mostrato la mancanza di idee da parte dell’Entertainment Software Association (ESA), associazione che rappresenta gli editori e gli sviluppatori di videogiochi negli Stati Uniti e che organizza l’E3.Nel 2022 sarà lo stesso: l’ESA ha già annunciato che a causa delle incertezze provocate dalla variante Omicron del coronavirus, l’evento sarà unicamente digitale.
La notizia non è di per sé sorprendente: i Grammy Awards sono stati rimandati a data da destinarsi per lo stesso motivo, mentre il festival cinematografico Sundance sarà solo online.
Il punto è un altro: sembra che l’ESA avesse annullato la prenotazione per il Los Angeles Convention Center, il luogo dove si tiene l’E3, già lo scorso novembre, cioè sette mesi prima dell’evento e molto prima che si parlasse della variante Omicron.
Ciò può volere dire che l’ESA – per motivi che spaziano dall’incapacità di organizzare un evento ibrido (la pandemia in nessun caso sarebbe finita a giugno 2022) alla diffidenza delle aziende verso un evento fisico di questo tipo – non sa da che parte dirigersi per mantenere l’E3 centrale.
La finestra temporale dell’E3 – inteso come momento dell’anno in cui inserire molti annunci videoludici – rimane: durante l’estate del 2021 la quantità di eventi digitali è stata stordente.
Geoff Keighley, presentatore dei Game Awards, ha confermato che il Summer Game Fest si terrà anche quest’anno; fra l’altro, pochi minuti dopo che l’ESA ha annunciato che l’E3 2022 sarà solo online.
Nel 2021 l’E3 è stato semplicemente un aggregatore di dirette streaming e inutile. La piattaforma online costruita per giornalisti e utenti non è minimamente riuscita a fungere da sostituito dell’esperienza di persona, che permette agli addetti ai lavori di incontrarsi e socializzare e ai giornalisti di provare con mano i giochi.
Questo è il più grande problema degli eventi online: sono un canale unilaterale con cui le aziende parlano dei loro giochi senza che nessuno possa fare domande o soppesare in prima persona se ciò che stanno dicendo corrisponde al vero. Forse alle aziende sta meglio così.