La strategia di Embracer: prima remaster e remake e poi giochi nuovi

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Lars Wingefors, amministrazione delegato di Embracer, gruppo che possiede THQ Nordic, Milestone, Koch Media e Gearbox, fra le altre, ha spiegato sia il modo in cui Embracer intende usare i marchi che sta acquisendo da Square-Enix, come Tomb Raider e Thief, sia la strategia generale del gruppo.

L’intervista completa è su GamesIndustry.

Embracer ha acquisito molte aziende negli ultimi anni, ma con l’intenzione di lasciarle indipendenti pur offrendo loro un ecosistema che fornisse loro “più opportunità” e che supportasse “ancora di più le loro ambizioni”.

Nonostante ciò, Wingefors ha spiegato che uno schema generale esiste: ed è cominciare dalle rimasterizzazioni o dai remake di giochi arretrati del catalogo per verificare se esiste una domanda di mercato; e a quel punto, lanciare dei sequel se la risposta è stata positiva.

Per esempio, THQ Nordic è “ancora nella fase di rimasterizzazioni/remake” secondo Wingefors, seppur qualcosa di nuovo arriverà probabilmente “nei prossimi anni”.

“Il problema con alcune proprietà intellettuali è che il mondo è andato avanti. Le aspettative sui sequel sono enormi e potrebbero essere caratterizzati da stili di gioco che sono molto costosi da realizzare al giorno d’oggi”, ha evidenziato. “Non voglio parlare di nessuna IP in particolare, ma abbiamo alcune IP iconiche per cui è difficile trovare un caso di business perché se lo fai a dovere, ti costa dai 30 ai 50 milioni di dollari. E hai bisogno di metterci al lavoro una buona squadra. Per cui, a volte pianificare un caso di business può essere difficile”.

Wingefors ha anche enfatizzato che non serve sempre “decuplicare” gli investimenti per poter ritenere di successo un prodotto.

“Diciamo che hai investito 150 milioni per un gioco AAA e ti porta 300 milioni o 250 milioni di dollari. Va bene. Non devi per forza decuplicare in un certo periodo di tempo. E poi puoi sempre collaborare con i proprietari delle piattaforme, puoi organizzare delle collaborazioni, puoi abbassare i rischi sul finanziamento”, ha spiegato. “Ovviamente con alcune IP iconiche, puoi portare quelle IP su altri media e altre aziende dove puoi avere ulteriori guadagni”, ha aggiunto in riferimento a film e serie TV e non solo.

Proprio a tal fine, l’acquisizione di Dark Horse (editore di fumetti), di Spotfilm Network (fornitore di servizi di video on-demand) e Digic (studio di animazione) – che affiancheranno Koch Media, già distributore di produzioni cinematografiche oltre che di videogiochi – va in quella direzione: avere un ecosistema di contenuti trasversali e crossmediali, che attraverso videogiochi, TV e cinema.