Rancori esportivi

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Uno sfogo di Giorgio Calandrelli, noto con lo pseudonimo di “Pow3r” nonché ex videogiocatore professionista, ha scattato una fotografia senza filtri del settore degli esport in Italia. In una nota condivisa su Twitter, Calandrelli ha detto di ritenere che “l’anno zero degli esport non c’è mai stato” a causa della mancanza di fondi e di un bacino solido di spettatori e che “ogni anno che passa ci allontaniamo dagli altri Paesi che invece spiccano il volo”.

A quanto detto da Calandrelli, si è poi aggiunta la testimonianza di Lamella Bros che parla specificamente di FIFA 22. Alcuni giocatori professionisti esteri hanno potuto testare il gioco in anteprima rispetto alla sua uscita sul mercato, prevista il 1° ottobre.

Ciò ha due conseguenze. La prima: poter avere più dimestichezza con il gioco non appena sarà disponibile per tutti. La seconda: comprare le bustine di carte della modalità FIFA Ultimate Team (che include anche calciatori rari e con statistiche migliori) a prezzi molto più bassi e quindi avere squadre più forti per vincere i tornei del fine settimana, che permettono di scalare le classifiche del gioco e, a quel punto, accedere alle competizioni maggiori.

“Questo meccanismo si ripete ogni anno e dimostra poca attenzione e rispetto verso società e giocatori del mondo competitivo di FIFA” ha detto, aggiungendo che a suo dire “non c’è nessun tentativo di sviluppatore l’ecosistema competitivo, esiste unicamente l’intento di accrescere i ricavi attraverso il marketing dedicato alle ‘competizioni’”.