La scelta: competere negli esport o fare lo streamer

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Trasmettere in diretta i videogiochi non è cosa facile. Significa essere connessi quasi tutti i giorni per moltissime ore; dover, oltre che giocare, intrattenere il pubblico; significa affrontare tutte le difficoltà di gestire un’attività che – nei casi più rilevanti – diventa un’impresa e comporta, quindi, le complessità economiche del caso. Eppure, per molti è meglio che competere nei tornei di esport.

Sull’edizione internazionale di Wired, Cecilia D’Anastasio (eccellente firma che ti invito a seguire), ha scritto un articolo in cui racconta di persone che hanno investito molto tempo per migliorare in certi giochi fino a riuscire ad arrivare là dove tanti sognano: nella massima lega. Fino ad accorgersi che la realtà non era poi così bella.

Uno dei giocatori intervistati, Lucas Hakansson, ha definito “un’esperienza miserabile” il tempo passato negli Houston Outlaws, una delle organizzazioni che partecipa alla Overwatch League, ossia il massimo torneo del gioco di Blizzard Entertainment. Hakansson ha poi deciso di passare a fare lo streamer a tempo pieno: è un’attività altrettanto stressante, ma meno dipendente dalle modifiche che i produttori di videogiochi apportano e che hanno una profonda influenza sugli schemi di gioco. Immagina che, per esempio, all’improvviso la FIFA decida di allargare il campo da calcio o che i colpi di testa nell’area di rigore non valgono più: parlo di QUESTO tipo di modifiche al gioco (in merito ti consiglio di leggere un altro articolo sempre di D’Anastasio).

L’esempio ancora più rilevante è quello di Tyler Blevins, meglio noto con lo pseudonimo di “Ninja” e il più popolare streamer al mondo. Lo scorso anno, un po’ per gioco, avviò una sua squadra (oggi chiamata Time In) insieme ad altre persone e con tutta la visibilità e il sostegno economico che avere a bordo Blevins potesse significare: sponsor e uno stipendio superiore alla media, per esempio. Dopo alcuni mesi, però, Blevins ha deciso di abbandonare l’attività perché, ha scritto il Washington Post, la riduzione delle restrizioni sta ripristinando la sua normale attività, che comporta viaggi, dirette e partecipazioni fisiche ad alcuni eventi: deve tornare a fare lo streamer a tempo pieno.