Nessun brand può salvarsi da Fortnite

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Fortnite sta ormai andando per una strada che fatico ancora a definire con chiarezza: da molto tempo, continua a camminare sul filo tra videogiochi, social network e piattaforma di content marketing. Una cosa sembra certa: nessun marchio sembra poterne fare a meno. Negli ultimi giorni sono entrati a far parte del gioco il Predator (l’antagonista dell’omonimo film con Arnold Schwarzenegger e della saga che ne è scaturita), il Terminator T-800 e 23 società di calcio internazionali (fra cui le italiane Juventus, Inter, Milan e Roma). Il sito The Verge ha fatto notare che dal 2 dicembre, giorno che ha segnato l’inizio della nuova stagione, Epic Games ha aggiunto:

  • personaggi della serie The Mandalorian, spin-off di Star Wars;
  • il protagonista di God of War, Kratos;
  • il protagonista di Halo, Master Chief;
  • i personaggi Daryl Dyxon e Michonne di The Walking Dead;
  • una skin dedicata allo streamer spagnolo David “TheGrefg” Martinez (la cui presentazione in diretta, fra l’altro, ha infranto ogni record di Twitch con un picco di 2,4 milioni di spettatori connessi contemporaneamente);
  • il sopracitato Predator e i kit di 23 club di calcio.

Ciò che secondo me è interessante di questa collezione di nuovi contenuti è che contrasta con l’idea che Fortnite sia un gioco che punta esclusivamente ai giovani o addirittura ai giovanissimi: pochi di questi possono avere nostalgia di Predator e Terminator; semplicemente perché non erano nemmeno nati. Due miei colleghi over 40 erano estasiati all’idea di scovare il Predator, sconfiggerlo e poi andare in giro mimetizzati; e sono giocatori molto fedeli di Fortnite. Le stesse maglie di calcio possono attecchire a un pubblico molto variegato. Può anche valere il percorso inverso: entrare in Fortnite per sensibilizzare le nuove generazioni su marchi da far riscoprire attraverso un mezzo (il videogioco e nello specifico Fortnite) che permette di interagire direttamente con l’oggetto del marchio (il protagonista di un film, per esempio): in questo modo, il marchio viene associato a un’esperienza positiva (il divertimento derivante dal gioco).

Probabilmente è la forza di Fortnite: è normale che nella stessa partita ci siano contemporaneamente un Predator, un giocatore con la maglia della Juventus e Kratos.