Game Pass deve essere più come TikTok

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Chi usa TikTok lo sa: il suo algoritmo funziona bene. Davvero bene. Ma davvero davvero: basta usare l’applicazione per alcuni giorni e a quel punto i brevi video che si susseguono uno dopo l’altro sono semplicemente quelli giusti per tenere incollati gli utenti. Uno dopo l’altro: tutti giusti (e no, non ci sono solo balletti: è un falso mito).

In questi giorni in cui, ahimè, sono rimasto isolato per il Covid ho speso un po’ di tempo con il Game Pass e scaricato qualche gioco. Il tutto, però, è avvenuto tramite il passaparola: sapevo che Unpacking era stato ben accolto e quindi l’ho giocato; di Slay the Spyre se ne era parlato bene e quindi l’ho installato; Exo One era promettente e così è finito nel mio catalogo (ed effettivamente è stato bellissimo giocarlo: che esperienza).

La mancanza, però, di suggerimenti realmente personali è stata assordante. Il sistema del Game Pass propone altri giochi in maniera molto superficiale: se hai giocato Halo Infinite, allora possono piacerti altri sparatutto in soggettiva. Se hai giocato a Hades, allora possono piacerti altri titoli indipendenti: tutto qui.

Nell’era dei Reel, dei TikTok e dei contenuti “per te”, una simile interfaccia è vecchia: per il futuro deve cambiare marcia se vuole realmente e costantemente incentivare le persone a rinnovare l’abbonamento (quando saranno finite le promozioni a 1 euro).

Perché i servizi come Game Pass competono per il tempo libero che abbiamo a disposizione con tutte le altre forme di intrattenimento: Netflix, TikTok, TV, Twitch, Twitter etc. Se un altro servizio riesce a coinvolgere di più l’utente nel suo flusso di contenuti di intrattenimento (di qualunque forma e tipo siano), allora semplicemente Game Pass è destinato a restare una nicchia che parla alle solite persone. Altro che raggiungere tre miliardi di videogiocatori.

Game Pass dev’essere un po’ più come TikTok. L’involucro (il Game Pass) conta tanto quanto i contenuti perché deve renderli golosi, anche ai già abbonati.

L’integrazione dei suggerimenti azzeccati dev’essere il secondo pilastro su cui poggia l’offerta di servizi come Game Pass o PlayStation Now (che in futuro diventerà qualcosa di più esteso, ça va sans dire) dopo i contenuti, che sono il primo pilastro: perché se quei contenuti ci sono ma non emergono, allora è come se non esistessero.

Massimiliano


Il prossimo visore VR di Sony

Sony ha svelato le specifiche tecniche del suo prossimo visore di realtà virtuale per console PlayStation che, con poca fantasia, ha chiamato PlayStation VR2: proporrà giochi a risoluzione 4K (2000 x 2040 per occhio), un sistema di feedback tattile integrato nel caschetto e, diversamente dalla prima generazione, non servirà una videocamera esterna per il rilevamento dei movimenti.

In compenso, sarà ancora tristemente vincolato al collegamento cablato a PlayStation 5, fondamentale per avere un’adeguata capacità di calcolo. Non sappiamo ancora né quando uscirà né quanto costerà.

Tale caratteristica, a mio avviso, è figlia della visione console-centrica che Sony Interactive Entertainment non riesce ancora a togliersi di dosso.Sì, sta pubblicando su PC molti dei suoi giochi (God of War arriva su PC il 12 gennaio, per esempio) e punterà sul mobile per espandere il proprio catalogo e soprattutto la base di utenti toccati dal marchio PlayStation; ma la console PlayStation è ancora centrale nelle sue strategie.

Un visore di realtà virtuale wireless – e quindi autonomo – sarebbe stato svincolato da PlayStation 5.

Probabilmente una scelta coraggiosa che Sony ha preferito non prendere in questo momento, ma che rischia di vincolarla a una modalità di fruizione che nasce vecchia rispetto a concorrenti come Meta Quest 2 (che parte da 349 euro).

Perché Nintendo non compra altri studi

Negli ultimi anni Sony e Microsoft hanno allargato il numero di studi interni che producono giochi in esclusiva per il proprio ecosistema (non solo console, ma anche PC).Nel 2020 Microsoft ha acquisito Zenimax media per 7,5 miliardi di dollari e con essa studi come Bethesda, id Software e Tango Gameworks.

Nel 2021 Sony ha acquisito Housemarque, Firesprite, Valkyrie Entertainment, Nixxes Software e Bluepoint; nel 2019 aveva comprato Insomniac Games.

Lo stesso hanno fatto altri editori: Electronic Arts ha acquisito Playdemic (Golf Clash); Embracer ha acquisito molte aziende, fra cui Gearbox Software, Aspyr Media e persino Dark Horse Media; Epic Games ha comprato Tonic Games Group e Harmonix; Netflix ha assorbito Night School Studio; NetEase ha comprato Grasshopper Manufacture mentre Tencent ha acquisito Sumo Digital e Turtle Rock.

E Nintendo in tutto questo?