Ogni mese porta con sé nuove informazioni sui prossimi titoli in uscita: trailer, immagini, commenti degli sviluppatori. L’intento è naturalmente quello di tenere il più possibile costante l’attenzione degli utenti verso quel gioco, in modo che quando uscirà tutti lo sapranno.
Ogni mese ci si aspetta che si parli dei giochi che arriveranno perché evidentemente quelli che già ci sono non bastano.
Vorrei far vedere la mia lista di “giochi da giocare” (faccio liste per qualunque cosa): è modesta, ma al momento completarla prevede impiegare oltre 300 ore. Se giocassi un’ora al giorno tutti i giorni, impiegherei dieci mesi solo a finire questa lista, che contiene giochi passati ed è molto filtrata rispetto a tutti quelli che vorrei giocare (o che possiedo e so che non giocherò mai).E nel frattempo avrei accumulato molti altri giochi, usciti in quei dieci mesi, che hanno attirato il mio interesse oppure ne avrei scoperti altri ancora, già usciti ma che non conoscevo.
Insomma, non riesco a star dietro a quello che è già uscito ed è per questo che fatico a entusiasmarmi per i giochi che arriveranno: fanno parte di un meccanismo di continuo consumo di contenuti (e non di esperienze) che finisce per estirpare ogni significato dall’atto del giocare. Un meccanismo che io per primo ho alimentato negli anni con i continui bundle distribuiti a pochi euro e che puntualmente per anni ho acquistato (ho smesso).
Se fermassimo la macchina produttiva oggi, avremmo centinaia di videogiochi fantastici da giocare: fai un salto su Itch.io per capire che cosa intendo. Nel mare di informazioni sui giochi del futuro, ce ne dimentichiamo troppo spesso.