Gli accessori per PlayStation valgono sempre di più

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Video Games Europe, principale associazione di categoria per i videogiochi in Europa, ha pubblicato il suo nuovo rapporto sull’industria europea dei videogiochi. Conviene dare uno sguardo per capire come vanno le cose dalle nostre parti, visto che spesso, invece, si tende a farlo da un punto di vista globale, con tutte le difficoltà a trarne tendenze omogenee.

Nel 2022, secondo i dati raccolti, in Europa sono stati spesi 24,5 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente. A pari merito console e mobile hanno rappresentato il 42% del mercato e appena il 17% dei videogiochi venduti era in formato fisico, mentre era il 19% l’anno prima.

L’età dei videogiocatori – e non è proprio una novità, ma lo evidenzio in questa occasione – è un po’ diversa dall’immaginario che abbiamo di questa categoria di persone. In Europa l’età media è di 32 anni e solo il 39% ha meno di 25 anni e il 25% delle persone che giocano ai videogiochi ha almeno 45 anni. C’è da dire, però, che l’81% delle persone fra gli 11 e i 14 anni gioca ai videogiochi, e con il passare dell’età la percentuale scende sempre di più fino al 36% nella fascia di età fra i 45 e i 64 anni.

Una parte interessante del rapporto di Video Games Europe riguarda la forza lavoro, cioè quante persone in Europa lavorano nel settore. In tutto sono 110.000, in crescita rispetto alle 98.000 del 2021, di cui il 23,7% sono donne.

Il rapporto sottolinea che “è chiaro che abbiamo molto da fare per rendere il nostro settore un posto dove le donne e anzi tutti i generi si sentano accolti”.

Tornando ai numeri totali, non deve sorprendere, secondo me, che al primo posto ci sia il Regno Unito, con quasi 21.000 persone impiegate; sono 18.000 in Francia e 12.100 in Polonia. Nella Top 10 dei Paesi ci sono anche Germania, Spagna, Svezia, Romania, Paesi Bassi, Finlandia e Repubblica Ceca, mentre non c’è l’Italia.

Gli ultimi dati di IIDEA, l’associazione di categoria italiana, parlano di 2.400 addetti nel settore nel 2022, numeri che la metterebbero subito sopra alla Repubblica Ceca, che ne ha, secondo il rapporto di Video Games Europe, circa 2.300; ma fonti diverse per i dati possono dare leggere discrepanze. Dico che sono a pari merito, dai.

Questa classifica è un po’ un indicatore di quanto l’Italia, negli anni, abbia perso terreno rispetto ad altri Paesi europei. L’Italia è il terzo Paese dell’Unione Europea per popolazione, eppure si contende il decimo posto, in questa classifica, con la Repubblica Ceca, che invece è il nono Paese dell’UE per popolazione.

L’avvio del tax credit, che agevola la produzione di videogiochi con un credito fiscale proporzionato alle spese, ha dato un po’ di speranza a chi lavora nel settore ed è stato molto ben accolto; anche se manca una misura, sulla falsa riga del fu First Playable Fund, per aiutare chi deve far partire un progetto e non ne ha uno in una condizione adatta a usufruire del tax credit.

Il settore in Italia sta comunque crescendo velocemente perché le persone impiegate sono state 2.400 nel 2022, ma erano 1.600 nel 2021 e 1.100 nel 2020.

In genere chiuderei questa introduzione con una frase tipo “c’è ancora molto da fare”, ma voglio invece vedere il bicchiere mezzo pieno: qualche anno fa nella Top 10 dei Paesi con più persone impiegate nel settore, non ci saremmo giocati nemmeno il decimo posto.

Massimiliano


L’annuncio di PlayStation Portal (ex Project Q) ha rivelato ulteriori dettagli su questo dispositivo portatile che mira ad allargare l’offerta di accessori destinata agli utenti PlayStation 5. Ci sono già le cuffie Pulse, il DualSense Edge, il telecomando, il Controller Access (per le persone con disabilità) e le coperture per la console; inoltre, arriveranno le cuffie con microfono Pulse Elite e gli auricolari wireless Pulse Explore.

Non è un caso che sembrino tanti o che ti sembri che ci sia dietro una volontà precisa: perché Sony Interactive Entertainment, la branca di Sony dietro a PlayStation, considera gli accessori un rilevante vettore per la crescita dei ricavi.

E se PlayStation Portal non è abbastanza, nei giorni successivi Sony Interactive Entertainment ha annunciato di aver acquisito Audeze, società specializzata nella realizzazione di cuffie per videogiocatori.