Parliamo, ancora, di Phil Spencer. L’amministratore delegato di Microsoft Gaming è uno dei dirigenti più chiacchieroni dell’industria: parla, sicuramente, molto più dei suoi omologhi di Nintendo of America e di Sony Interactive Entertainment. Anzi: Spencer parla con i giornali e non, molto di più di Satya Nadella, che è amministratore delegato dell’intera Microsoft.
L’atteggiamento di Spencer è quello di essere “uno di noi”; quindi, parla frequentemente agli eventi di videogiochi, indossa le magliette dei videogiochi e cose di questo tipo. Perciò, deve essere in mezzo alla gente, rispondere alle domande sui videogiochi, sul perché di certe scelte e non di altre.
Nei giorni scorsi, nel voler essere trasparente, Spencer ha ammesso (video) che da quando è in Xbox ha fatto anche delle pessime scelte. Per esempio, quando non ha intuito il potenziale di Guitar Hero nel momento in cui gli è stata presentata l’idea; oppure quando non ha visto il potenziale di Destiny. “Ho preso alcune delle decisioni peggiori quando si tratta di scegliere i videogiochi”, ha detto.
Col senno di poi, siamo bravi tutti. E nessuno pensa che non si possa sbagliare. Perché a volte alcuni successi lo sono in contrasto con le attese.
Però, fossi in un investitore, forse, mi farei qualche domanda. Perché Spencer è anche fra le persone che in Microsoft ha spinto affinché venissero spesi quasi 70 miliardi di dollari per comprare Activision Blizzard: la più costosa operazione non solo per l’industria videoludica, bensì anche per una multinazionale come Microsoft.
In altre parole: se Spencer può ammettere candidamente di non essere riuscito a intercettare il valore di serie che sono diventate poi, per qualche anno, milionarie e quindi che avrebbero fatto la fortuna di Xbox; non è mica che lo stesso errore lo può commettere ancora? O lo ha commesso su altri videogiochi che non ha menzionato?
Spencer è la stessa persona che disse, intervistato da Kinda Funny Podcast dopo il debutto di Redfall, che “sono pagato molto più di quello che valgo”.
Badate, io sono un sostenitore della strategia attuale di Xbox: più giochi multipiattaforma, la console meno centrale nella pianificazione. A me sta bene se serve a rendere le cose più fattibili, da quelle parti.
Ogni tanto, però, mi chiedo se Spencer debba lasciare un po’ da parte lo spirito del “sono uno di voi” e ragionare meglio su ciò che dice, quando lo dice e come lo dice. O se proprio debba parlare molto meno.
Non è un politico né il Papa. Però, visto che il ruolo che ricopre e l’influenza che ha, sarebbe il caso di essere meno aperto, ogni tanto.
Massimiliano
La breve parabola di Concord può sembrare anomala. Il videogioco online a squadre di Firewalk Studios, acquisito lo scorso anno da Sony Interactive Entertainment, è stato pubblicato il 23 agosto su PC e PlayStation 5 a 40 euro. Dopo risultati iniziali molto scarsi per un videogioco di questo tipo – meno di 1.000 persone connesse contemporaneamente al lancio su Steam – e molte speculazioni su quale sarebbe stato il futuro del gioco, o se ce ne sarebbe stato uno, il 3 settembre, quindi dieci giorni dopo il lancio, il game director Ryan Ellis ha scritto un articolo sul blog ufficiale PlayStation. Tre giorni più tardi, lo scorso 6 settembre, è stato chiuso e tolto dal mercato.
“[…] nonostante molte qualità dell’esperienza siano state apprezzate dai giocatori, comprendiamo anche che altri aspetti del gioco e del lancio iniziale non siano stati recepiti come speravamo. Perciò, al momento, abbiamo deciso di scollegare il gioco dalla rete a partire dal 6 settembre 2024 e di esplorare altre opzioni, comprese quelle grazie alle quali potremo meglio raggiungere i nostri giocatori”.