Le ragioni della FTC contro Microsoft

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La Federal Trade Commission (FTC), l’autorità antitrust statunitense, ha deciso: intende portare davanti a un giudice amministrativo il tentativo di Microsoft di acquisire Activision Blizzard King. Un’operazione da 68,7 miliardi di dollari. La più grande nel settore dei videogiochi e una delle più grandi nella storia del mondo della tecnologia.

Forse, col senno di poi, questa novità era prevedibile.

Le ragioni della FTC

In un documento di 23 pagine, la FTC ha motivato le ragioni della sua decisione.

Innanzitutto, per legittimarla la FTC ha individuato tre “mercati rilevanti”. Si tratta di un elemento centrale: una volta definiti i mercati, allora si può ragionare sull’impatto che un’operazione di questo tipo può avere.

Si tratta di:

  • “console ad alte prestazioni”. Con ciò, la FTC ha preso in considerazione PlayStation 5 e Xbox Series X|S perché Nintendo Switch è stata definita diversa “in molti modi” dalle console Xbox e PlayStation. La FTC ha evidenziato che “mentre Xbox Series X|S e PlayStation 5 offrono contenuti più maturi per un’esperienza più seria, l’hardware e i contenuti di Nintendo tendono a essere usati per esperienze più occasionali e familiari”. Per rafforzare il suo ragionamento – cioè che le vere rivali sono Microsoft e Sony – la FTC ha aggiunto che le persone tendono ad avere una console Nintendo e una fra PlayStation e Xbox. Sono molte meno le persone che hanno sia una console Xbox sia una console PlayStation;
  • “servizi in abbonamento con librerie di contenuti videoludici” (l’espressione originale è “Multi-game content library subscription services”). Insomma, i servizi su abbonamento che a una tariffa fissa mensile propongono molti videogiochi, giocati “prevalentemente su dispositivi non mobile”. La FTC ha evidenziato che questi servizi, di cui ha citato Game Pass e PlayStation Plus (nelle versioni “Extra” e “Premium”), “competono aggressivamente per offrire i titoli migliori e i più esaltati per attirare gli utenti verso il proprio servizio”;
  • “servizi in abbonamento di cloud gaming”.

A livello geografico, naturalmente la FTC ha considerato gli Stati Uniti.

L’opinione della FTC è che se a Microsoft fosse concessa l’acquisizione di Activision Blizzard King, potrebbe, per esempio, impedire l’arrivo di alcuni videogiochi sulle console rivali o “degradarli”. Con questa espressione, la FTC intende dire che Microsoft avrebbe i mezzi per proporre esclusive temporali oppure contenuti aggiuntivi esclusivi solo per console Xbox e non per altre piattaforme; rende l’esperienza su Xbox migliore dell’esperienza sugli altri dispositivi.

“Microsoft guadagnerebbe la facoltà di ingaggiare in tattiche per degradare la qualità dei contenuti di Activision sulle console e i servizi in abbonamento concorrenti e creare un’esperienza meno desiderabile per i giocatori che scelgono di giocare ovunque tranne che sui prodotti di Microsoft”, si legge al punto 105.

Ciò perché, secondo la FTC, mentre ora Activision Blizzard King ha tutto l’interesse di portare i suoi videogiochi su qualunque piattaforma, l’acquisizione “cambierebbe gli incentivi di Activision perché Microsoft guadagna profitti significativi dall’avere giocatori aggiuntivi che acquistano le console Xbox o Xbox Game Pass”. Perciò, le due aziende insieme sarebbero “incentivate a svantaggiare i rivali di Microsoft”.

E secondo la FTC, “i contenuti di Activision sono particolarmente importanti in virtù della loro capacità di spingere l’adozione dei prodotti da gioco e il coinvolgimento degli utenti”.

Per evidenziare che Microsoft lo ha già fatto in passato, la FTC ha preso in considerazione quanto accaduto dopo che la società ha acquisito Zenimax nel 2020. Zenimax è la casa madre, soprattutto, di Bethesda; e quindi di serie come Fallout e The Elder Scrolls.

“Nonostante le affermazioni di Microsoft ai regolatori europei che smentivano che fosse incentivata a rendere i contenuti di Zenimax esclusivi dopo l’acquisizione, una volta che la Commissione Europea ha approvato l’operazione, Microsoft intende rendere esclusivi tre dei titoli così acquisiti per le console Xbox e i servizi in abbonamento Xbox Game Pass”, si legge al punto 114.

Il riferimento è a Starfield e Redfall: entrambi sono previsti per PC, per Xbox, ma non per PlayStation. “Il comportamento passato di Microsoft genera un certo sospetto sui suoi impegni pubblici non vincolanti di tenere Call of Duty disponibile su console PlayStation fino alla fine dell’accordo esistente fra Activision e Sony”.

Per questi motivi, la FTC ritiene che l’operazione “potrebbe ridurre sostanzialmente la concorrenza o tendere a creare un monopolio” nei mercati rilevanti considerati.

A riguardo, il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha scritto su Twitter che “continuiamo a credere che la nostra offerta di acquisire Activision Blizzard espanderà la concorrenza e creerà più opportunità per i giocatori e chi sviluppa videogiochi”.

Nei giorni precedenti alla pubblicazione della decisione della FTC, in un articolo pubblicato sul The Wall Street Journal Smith stesso aveva confermato quanto si andava dicendo nelle scorse settimane: Microsoft ha offerto a Sony un contratto che assicura, nero su bianco, ulteriori dieci anni di Call of Duty su console PlayStation.

Smith aveva aggiunto che “siamo aperti a concordare lo stesso impegno con altre piattaforme e renderlo legalmente esecutivo dai regolatori”. In un tweet, poi, l’amministratore delegato di Microsoft Gaming, Phil Spencer, ha detto che lo stesso accordo è stato raggiunto con Nintendo.

A prima vista, ciò che dice la FTC può apparire ovvio. Perché è evidente che un’azienda che compri un’altra per avvantaggiare la sua offerta, i suoi servizi e i suoi prodotti. D’altronde, i PlayStation Studios, per esempio, sono il risultato di venti anni di acquisizioni. Naughty Dog, Insomniac Games, Bend Studio, Sucker Punch, Guerrilla Games, Bungie, Media Molecule: aziende che Sony controlla perché le ha comprate. E oggi producono videogiochi in esclusiva per le console PlayStation, infatti.

La differenza è nel fatto che Activision Blizzard King è una delle “Grandi 4”, ossia i quattro principali editori del settore (gli altri tre sono Electronic Arts, Ubisoft e Take-Two); e Call of Duty non è un gioco qualunque, come ho già scritto. Nemmeno Microsoft è una società come le altre nel settore videoludico: produce le console Xbox e anche i servizi come Game Pass.

A prescindere da come la si veda, questi fattori rendono l’acquisizione di Activision Blizzard King una situazione inedita nel settore.

I valori in gioco sono molto alti.

La guida di Khan

Per comprendere interamente le ragioni della FTC e perché la FTC si è espressa in tal modo, bisogna soffermarsi anche sulla gestione di Lina Khan, che oggi guida la FTC e che fin da subito ha dimostrato di voler imporre una linea molto più attenta, ma soprattutto rigida nei confronti di Big Tech e delle grandi fusioni.

In una nota di settembre 2021, per esempio, Khan disse che la FTC deve “rispondere al consolidamento e al dominio che ha portato sui vari mercati. Ciò richiederà trovare dei modi per rafforzare il nostro lavoro di imposizione sulle fusioni e in generale per concentrare le nostre risorse sullo scrutinio delle aziende dominanti, dove la mancanza di concorrenza rende le condotte illecite più probabili”.

“C’è il rischio reale che l’economia che emergerà post-Covid sarà ancora più concentrata e consolidata di quella di prima”, ha detto Khan durante un’intervista al New Yorker pubblicata a novembre 2021. “Ecco il pensiero con cui ti svegli al mattino: l’aumento delle fusioni e cosa intendi fare a riguardo”.

Oltre a voler bloccare l’operazione Microsoft-Activision, la FTC, infatti, sta tentando di bloccare l’acquisizione della società specializzata nella realtà virtuale Within da parte di Meta, società che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp.

La motivazione alla base è molto simile a quella usata per suggellare la sua posizione contro Microsoft: lasciare che Meta acquisisca Within ridurrebbe la concorrenza nel mercato della realtà virtuale, che oggi si sta formando.

Ciò non significa che la FTC riuscirà a bloccare operazioni di questo tipo d’ora in poi: questo lo deciderà il giudice amministrativo di turno. Quel che è certo è che la FTC ci proverà molto più spesso.

Intanto, nell’Unione Europea

Mentre la FTC si muove, altre due autorità sono chiamate a decidere: la Commissione Europea e la Competition and Markets Authority britannica. Si tratta di tre dei principali mercati al mondo: Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito. Perciò, Microsoft ha bisogno di tutte e tre le approvazioni per evitare di perdere anche uno solo di questi mercati. Le approvazioni avute in Arabia Saudita e Brasile, in tal senso, sono ben poco rilevanti.

Come ha spiegato Arianna Podestà, portavoce della Commissione Europea, durante una puntata del Cortocircuito di Multiplayer.it, una società può decidere di proseguire con una fusione con un’altra società anche se una delle tre autorità riuscisse a bloccarla. Però, nel caso specifico, significherebbe non poter operare in un mercato fondamentale; quindi, verrebbero meno gli incentivi, per Microsoft, a sostegno della spesa di quasi 69 miliardi di dollari. Insomma: Microsoft rinuncerebbe comunque.

“Di solito, le società non possono fondersi a quel punto perché non vogliono perdere l’accesso al mercato”, ha sintetizzato Podestà.

In ogni caso, le decisioni delle varie autorità antitrust non si influenzano l’un l’altra e ciascuna indagine è indipendente dall’altra, seppur esiste un dialogo fra le principali autorità antitrust internazionali, specialmente per l’accesso a determinati documenti.

Ora negli Stati Uniti la questione passerà di fronte a un giudice amministrativo, che valuterà se le ragioni proposte dalla FTC sono abbastanza solide da ufficializzare il blocco.

Una cosa è certa: si andrà per le lunghe e al momento pare improbabile che l’operazione venga finalizzata entro giugno 2023, cioè la data fornita da Microsoft al momento dell’annuncio di inizio anno. La prima udienza è fissata per agosto 2023.