I dietro le quinte dell’operazione Microsoft-Activision Blizzard King

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Tre giorni. È quanto ha aspettato Phil Spencer, attuale amministratore delegato di Microsoft Gaming, prima di andare da Robert Kotick, amministratore delegato di Activision Blizzard King, per iniziare a parlare di una possibile collaborazione strategica, che poi si è materializzata a metà gennaio pe 68,7 miliardi di dollari.

Tre sono i giorni che sono passati fra l’articolo del Wall Street Journal che ha svelato che Kotick era al corrente delle situazioni di discriminazione all’interno di ABK, ma le ha tenute nascoste al consiglio di amministrazione, e l’approccio di Spencer, secondo quanto rivelato nei documenti inviati alla Securities and Exchange Commission (SEC) e riportato dalla CNBC.

Il giorno successivo, il 20 novembre, l’amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, ha palesato a Kotick l’intenzione di valutare un accordo di fusione.

L’iniziale proposta di Microsoft era di pagare 80 dollari per ogni azione di ABK. Kotick e altri membri del consiglio direttivo, il 28 novembre, hanno chiesto se fosse possibile alzare la proposta fra 90 e 105 dollari per azione: tale possibilità è stata confermata da Spencer il giorno successivo. In un momento successivo, Microsoft ha proposto 90 dollari; ABK ha chiesto di alzare e le due società si sono accordate per 95 dollari ad azione.

I documenti hanno rivelato, inoltre, che anche altre società erano interessate ad acquisire Activision Blizzard King, mentre una persona singola (citata nel documento come “individuo B”) voleva trattare per la sola Blizzard.

Le trattative sono proseguite per tutto dicembre e sono state finalizzate il 18 gennaio, dopo vari scambi della bozza dell’accordo, quando le due società hanno diffuso il comunicato stampa ufficiale.