Microsoft-Activision Blizzard King: e ora?

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L’autorità antitrust del Regno Unito, la Competition and Markets Authority (CMA), ha bloccato l’acquisizione di Activision Blizzard King da parte di Microsoft, annunciata all’inizio del 2022 per 68,7 miliardi di dollari e la più grande operazione finanziaria del settore. Che a questo punto, però, è diventata un po’ meno probabile rispetto alla scorsa settimana.

La decisione della CMA da una parte è coerente con le preoccupazioni che da mesi l’autorità stessa va dichiarando: cioè che nel settore del cloud gaming Microsoft possa avere troppi vantaggi, impattando molto negativamente sulla concorrenza del nascente settore.

Dall’altra, ha sorpreso alcune persone in quanto:

  • non sono certo mancati né mancano i concorrenti a Xbox Game Pass di Microsoft (Google Stadia, Amazon Luna, Nvidia GeForce Now, per esempio);
  • la CMA sembrava essere sulla strada dell’approvazione quando, alcune settimane fa, aveva riferito che le preoccupazioni legate all’impatto dell’acquisizione sul mercato console erano sparite.

Questa differenza però non posso sottolinearla abbastanza: la CMA ha scelto di bloccare questa acquisizione sulla base di una previsione, lungo un orizzonte temporale indefinito, in cui il cloud gaming potrebbe diventare molto più rilevante di quanto è oggi; e in tale situazione Microsoft avrebbe avuto notevoli vantaggi.

Per la CMA, “le prove che abbiamo visto suggeriscono che il cloud gaming potrebbe diventare un’importante forza dirompente nell’industria dei videogiochi” e che potrebbero ridurre i costi per accedere ai videogiochi. Di tale mercato, Microsoft oggi ne possiede il 60-70%, ha stimato la CMA.

Le ragioni del blocco della CMA

La CMA ha pubblicato un documento molto lungo con cui ha descritto le ragioni propedeutiche alla sua decisione finale.

Per evitare quello che è accaduto – cioè il blocco – Microsoft aveva annunciato vari accordi decennali con diverse società attive nel segmento del cloud gaming. Fra queste, la più nota è Nvidia, ma lo stesso accordo era stato firmato con servizi minori come Boosteroid e Ubitus.

Dopo la decisione della CMA – forse per solleticare la Commissione Europea, rimasta l’unica autorità antitrust delle tre più rilevanti (l’altra è la statunitense FTC) a doversi ancora esprimere sull’operazione – Microsoft ha annunciato lo stesso accordo anche con il servizio europeo Nware.

Le ragioni per cui la CMA ha ritenuto insufficienti questi accordi vanno ricercate nel fatto che, a suo dire, rispondevano ad alcuni timori, ma non ad altri: non risolvevano il problema che Microsoft ha un servizio su abbonamento, Game Pass, che gli altri non hanno o non hanno con la stessa portata.

Per esempio, nel documento la CMA ha scritto che gli accordi previsti da Microsoft riguardavano i casi in cui il gioco veniva acquistato singolarmente per essere poi giocati in cloud.

In pratica, la CMA ha ritenuto che tali accordi non permettessero a servizi concorrenti di raggiungere “un tipo diverso di relazione commerciale” con Activision Blizzard King e perciò limitavano “la capacità dei fornitori di servizi di accedere ai giochi di Activision attraverso altre strategie e altri modelli di business”, come quello dell’abbonamento mensile.

Ma c’è di più.

La CMA vede in Microsoft una società che, oltre a un Game Pass già sviluppato, vanta il sistema operativo per PC più usato al mondo (Windows) e un’infrastruttura cloud molto rilevante (Azure).

Nel proporre questi accordi ad altri servizi, la CMA ha intravisto la possibilità che Microsoft rafforzasse ancora di più la posizione di Windows perché Microsoft non avrebbe alcun incentivo a realizzare videogiochi compatibili con altri sistemi poiché, in caso contrario, “ciò aumenterebbe l’attrattiva dei servizi di cloud gaming rivali e devierebbe la domanda dai sistemi operativi Windows”.

Ma per la CMA anche la durata di tali accordi (10 anni) non era sufficiente e l’ha definita “una evidente debolezza” nell’efficacia di questa soluzione.

Peraltro, secondo l’autorità antitrust sarebbe persino complicato monitorare effettivamente che Microsoft rispetti gli accordi che ha firmato. “Abbiamo identificato diverse preoccupazioni aggiuntive con i termini pratici dell’implementare il rimedio”, in sostanza.

Inoltre, la CMA ha fatto riferimento anche all’espansione di Microsoft nel mobile, una delle leve spesso usate dall’amministratore delegato di Microsoft Gaming, Phil Spencer, nel raccontare i fondamentali di questa operazione finanziaria: per dire “vogliamo King, più che Call of Duty” per sfidare Apple (e iOS) e Google (e il Play Store).

La CMA ritiene, però, che le probabilità di successo di Microsoft siano “basse” in virtù dell’attuale esistenza di due grandi sistemi operativi mobile, iOS e Android appunto, che “proibiscono i negozi di app rivali o comunque impongono limiti stringenti alla loro capacità di monetizzare i contenuti”.

Perciò, ci sono “altri modi, meno anticoncorrenziali” che Microsoft potrebbe perseguire per entrare nel mercato mobile, come “licenziare i giochi mobile dagli editori”.

(Curiosamente, la CMA sta insinuando che Microsoft avrebbe poche probabilità perché Apple e Google danneggiano la concorrenza nel settore mobile.)

Con il senno di poi, la CMA è stata coerente anche con le sue passate decisioni.

Una delle più rilevanti nella storia recente – sebbene condivisa con il resto delle autorità antitrust – riguarda le preoccupazioni per la sicurezza nazionale dell’eventuale acquisizione, poi saltata, di ARM, specializzata nella realizzazione di chip, da parte del gigante delle schede grafiche Nvidia.

Ma bisogna anche ricordare che la CMA ha costretto Meta, cioè la società che gestisce Facebook e Instagram, a vendere Giphy perché l’acquisizione avrebbe influito negativamente sul settore delle pubblicità e dei social network.

Tutto sommato, la posizione della CMA si può riassumere in: Microsoft non ha bisogno di Activision Blizzard King per competere nel segmento del cloud gaming, visto che è una multinazionale che fattura dozzine di miliardi di dollari ogni trimestre, ha decine di migliaia di dipendenti e, parlando solo dei videogiochi, ha 23 studi di sviluppo e un’infrastruttura (Azure) ideale per il cloud. Che ha bisogno di più concorrenti e in futuro potrebbe rappresentare una quota importante del settore videoludico.

Le reazioni di Microsoft e di Activision Blizzard King

Microsoft e Activision Blizzard King hanno reagito molto negativamente, arrivando a minacciare – in maniera più o meno velata a seconda della società – di ridurre gli investimenti nel Regno Unito alla luce delle manovre della CMA.

Il presidente di Microsoft, Brad Smith, lo ha definito “il giorno più buio dei nostri quarant’anni nel Regno Unito” e ha detto che quanto deciso dalla CMA è “pessimo” per il Paese.

L’amministratore delegato di Activision Blizzard King, Robert Kotick, è stato meno certosino nella scelta delle parole e, in un’intervista alla CNBC, ha risposto che “penso che abbiamo scoperto durante il processo che questi regolatori ora hanno posizioni dogmatiche, che non servono gli interessi delle missioni per cui sono stati costruiti”.

E ora?

Ora Microsoft farà appello al Competition Appeal Tribunal, che valuterà se nel percorso decisionale della CMA possano esserci stati degli errori. Attenzione: non entrerà nel merito della decisione. Se darà ragione a Microsoft, allora, la questione tornerà alla CMA e solo a quel punto Microsoft potrà proporre nuovi rimedi per far approvare l’acquisizione.

Nel recente passato, come ha ricordato Reuters, ci sono stati due casi opposti: uno con Meta e uno con la società di servizi finanziari FNZ. Entrambe le società hanno vinto in appello, ma quando la questione è tornata alla CMA, Meta non è riuscita a trovare una soluzione, mentre FNZ ha proposto rimedi sufficienti.

In ogni caso, andrà per le lunghe: il tribunale di appello impiegherà 8-9 mesi a decidere. E poi si torna a discutere a livello di CMA. Di sicuro si andrà al 2024.

Nel frattempo, Activision Blizzard King ha registrato un ottimo trimestre fiscale con una crescita del 35% del fatturato rispetto all’anno precedente.

I ricavi di Xbox sono leggermente calati, soprattutto a causa di un calo del 30% dell’hardware rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre le sottoscrizioni a Game Pass hanno generato circa un miliardo di dollari: il giro d’affari è migliore di com’era anni fa.

Inoltre, pur in calo, è stato il miglior secondo trimestre fiscale per Xbox nella storia della società.

Un’ottima infografica sull’andamento dei ricavi di Xbox realizzata da Derek Strickland di Tweaktown.

L’acquisizione di Activision Blizzard King accelererebbe l’iniziativa di Microsoft: giochi come Call of Duty, Diablo, Overwatch e Candy Crush sono di grande valore per qualunque progetto e sottoscrizione. Ma non sono le fondamenta.

“Semplicemente diventa più sfidante quando operi in un mercato globale dove in Giappone non hai accesso gratuito ai consumatori, dove in Cina devi far parte di una joint venture per poter operare”, ha sottolineato Kotick alla CNBC, riferendosi all’eventualità che l’operazione venga bloccata definitivamente.

Perciò, è presto detto cosa succederà nel caso in cui per davvero questa operazione salterà: Activision Blizzard King resterà una società indipendente e Microsoft, che vanta molti studi, andrà avanti per la sua strada continuando a puntare su Game Pass e i giochi inclusi fin dal primo giorno di disponibilità, anche di terze parti.

In caso contrario, Microsoft affermerebbe implicitamente che non è capace di creare un progetto di qualità e in crescita nel settore dei videogiochi nonostante abbia 23 studi di sviluppo e possieda proprietà intellettuali come Halo, Minecraft, The Elder Scrolls e Forza Motorsport.