Difficile non averlo saputo: Microsoft ha annunciato l’intenzione di acquisire Activision Blizzard King per 68,7 miliardi di dollari. Nella scorsa newsletter ho approfondito l’acquisizione di Zynga, che per 12,7 miliardi ha detenuto il record nell’industria videoludica per una manciata di giorni; quella di Microsoft non è solo la più grande acquisizione di sempre nella storia videoludica, ma la più grande acquisizione finanziaria nel mondo della tecnologia (anche davanti all’operazione Dell-ECM, costata 67 miliardi di dollari) e una delle più grandi di ogni settore degli ultimi vent’anni.
Il livello è quello dell’acquisizione di 21st Century Fox da parte di Disney, costata 71 miliardi.
Ho discusso di molti dettagli dell’acquisizione in uno Spazio su Twitter insieme a Franco Aquini, collega di DDAY: la registrazione è ancora disponibile se vuoi riascoltarla.
I punti salienti da tenere a mente:
- Activision Blizzard King conta 390 milioni di utenti mensili attivi, che si aggiungono ai 100 milioni di utenti che giocano ai giochi Xbox tramite console, PC o cloud. Di quelli aggiunti 245 milioni arrivano dai giochi mobile di King, come Candy Crush e Bubble Witch
- I principali studi coinvolti sono, oltre ad Activision, Blizzard e King: Sledgehammer Games, Infinity Ward e Treyarch, specializzate su Call of Duty; Raven Software, High Moon Studios e Beenox che sono studi di supporto agli altri progetti; Toys for Bob, che di recente ha realizzato Crash Bandicoot 4, e Vicarious Vision, usato come jolly (ha lavorato sul rifacimento di Diablo 2)
- A operazione conclusa, Microsoft diventerà la terza società al mondo per ricavi videoludici, dietro a Tencent (29 miliardi) e Sony (23 miliardi)
- I pilastri dell’acquisizione sono tre: il mobile, mercato su cui Microsoft non aveva una presenza adeguata; il Game Pass, che sarà arricchito dei giochi di Activision e Blizzard; il metaverso. Su quest’ultimo punto, difficile dire quanto ci sia di credibile: probabile che Microsoft abbia voluto mettere la sua pedina, in un momento in cui parlare di metaverso è di tendenza.
Per ora, Microsoft ha garantito che i giochi di Activision e Blizzard resteranno disponibili sulle altre piattaforme; ma altrettanto aveva detto al momento di acquisire Zenimax Media e con essa serie come The Elder Scrolls, Doom e Fallout.
Dopo di che, poco tempo dopo, ha annunciato che il prossimo progetto di Bethesda, il fantascientifico Starfield, non sarebbe arrivato su console PlayStation e lo stesso varrà per Redfall di Arkane.
Nei giorni successivi, Spencer ha chiarito che Call of Duty resterà su PlayStation, pur non specificando cosa comporta: resterà un gioco a cadenza annuale? Xbox potrebbe averlo in esclusiva temporale?
Call of Duty è in calo, lo ha ammesso l’amministratore delegato di Activision Blizzard King, Robert Kotick, intervistato da VentureBeat; ma Call of Duty Vanguard e Call of Duty Black Ops Cold War sono stati il primo e il secondo videogioco più venduto negli Stati Uniti nel 2021 secondo le rilevazioni di NPD.
La portata di un qualsiasi Call of Duty resta rilevante e un’eventuale indisponibilità del gioco su PlayStation sarebbe un danno economico sussistente per Sony. Specialmente perché la componente online segue il modello delle microtransazioni e dei pass stagionali, un flusso ricorrente di ricavi molto ghiotto.
La questione antitrust resta aperta. Come ho scritto su Twitter, il contesto da tenere a mente non è quello attuale. L’antitrust statunitense dovrà considerare se l’acquisizione di Activision Blizzard King potrebbe restringere la concorrenza nel futuro mercato dei videogiochi; la prospettiva, quindi, è da qui a 5-10 anni.
Oggi Microsoft è terza per ricavi nel mondo dei videogiochi, ma fra dieci anni?
Questo è il contesto in cui la Federal Trade Commission valuterà se lasciar passare senza condizionalità l’acquisto di Activision Blizzard King oppure no.