L’unica risposta che serve

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Il mondo degli NFT e dei videogiochi si sta incrociando sempre di più. Secondo le stime della Blockchain Game Alliance (BGA), consorzio che include 300 aziende che stanno realizzando progetti basati sulla blockchain, i giochi con gli NFT hanno generato 2,32 miliardi di dollari nel terzo trimestre (cioè il 22% dell’intero settore degli NFT). La proprietà degli asset per i giocatori, nuovi modelli di ricavi e nuovi modelli per premiare i giocatori sono i tre principali motivi per cui chi lo ha fatto ha iniziato a usare la blockchain.

Il problema? A oggi nessuno sembra rispondere alla più semplice delle domande: perché servano gli NFT nei videogiochi.

Nelle scorse settimane, Ubisoft ha annunciato alcuni NFT per Ghost Recon Breakpoint. Il video di annuncio ha ricevuto così tanti “non mi piace” (nonostante ora YouTube nasconda il numero complessivo) che l’editore ha spostato il video fra quelli “non in elenco”; quindi non emerge più dalle ricerche su YouTube.I dipendenti, nel frattempo, hanno manifestato una certa confusione rispetto all’inclusione degli NFT nel gioco e temono che supportare gli NFT e tutto ciò che sta attorno a essi possa togliere risorse ad altre componenti del gioco, ha riportato Kotaku.

Di recente, l’amministratore delegato di Ubisoft, Yves Guillemot, ha organizzato una sessione di domande e risposte con i dipendenti; ma non ha saputo spiegare come gli NFT possano migliorare l’esperienza di Ghost Recon Breakpoint. Ha sottolineato invece che gli NFT nel gioco sono l’inizio del percorso di Ubisoft in questo settore.

GSC Game World, sviluppatore di STALKER 2, aveva annunciato che avrebbe messo all’asta alcuni NFT, che avrebbero permesso ad alcune persone di essere inserite come personaggi non giocanti nel gioco e in quelli futuri di GSC Game World. Poi si è rimangiato tutto meno di 36 ore dopo.

Esistono diverse blockchain basate sul protocollo “proof of stake”, che, in breve, evita che servano chili di schede grafiche per minare i blocchi (e quindi tantissima energia elettrica, spesso basata sui combustibili fossili): basta fornire la prova dell’interesse (stake), misurabile nella quantità di criptovaluta posseduta.

Eppure, GSC Game World aveva scelto Ethereum perché è la più popolare, escludendo altre valutazioni; e aveva giustificato l’adozione della blockchain parlando della “interoperabilità” degli NFT; ma non aveva detto se gli NFT di STALKER 2 sarebbero stati compatibili con altri giochi oppure se, per esempio, gli NFT di Ghost Recon Breakpoint sarebbero stati supportati. L’interoperabilità, insomma, era soltanto promessa, non garantita.

Il gioco di Molyneux

Infine, è arrivato Peter Molyneux, che ha contribuito a creare giochi come Fable e Populous. Lo studio da lui fondato, 22cans, ha annunciato Legacy, che è sostanzialmente un simulatore in cui gli utenti potranno fondare un’azienda e vendere i loro prodotti, con cui tutto ciò che è correlato all’attività: è basato sulla blockchain e userà gli NFT, per esempio per permettere di acquistare il terreno virtuale.

Nei giorni successivi all’annuncio, sono già stati venduti 40 milioni di sterline (circa 47 milioni di euro) di NFT e terreno virtuale. Perché le persone comprano un terreno virtuale? Per lo stesso motivo per cui le aziende immobiliari comprano un terreno nel mondo reale: per avere un profitto più grande in futuro attraverso un flusso ricorrente di ricavi (magari costruendo dei negozi o delle case) o aspettando che il terreno aumenti di valore per rivenderlo a un prezzo maggiore di quello di acquisto. Lo stesso viene fatto per il terreno virtuale.

Molyneux sembra però essere la persona meno adatta per promuovere l’idea degli NFT nei videogiochi a un pubblico che fino a oggi continua a essere scettico (per l’impatto ambientale di alcune blockchain, come quella di Ethereum; e perché non serve la blockchain per avere oggetti unici o un mercato con denaro reale nei videogiochi, in breve). Negli anni Molyneux ha spesso alzato l’asticella delle aspettative dei suoi giochi senza poi esaudire tali aspettative e lo ha fatto così tante volte che, a un certo punto, Rock Paper Shotgun ha dovuto chiedere direttamente a Molyneux: “Sei un bugiardo patologico?

Molyneux è stato intervistato da The Verge per parlare di Legacy. Quando gli è stato chiesto cosa possano fare gli NFT che non si possa fare con un database centralizzato, Molyneux ha risposto: “[…] Legacy è un gioco che intende farti sentire creativo. Ora, il fatto che ti senti un creativo è fantastico. Io amo gli spaghetti alla bolognese e le belle foto. Ma se nessuno le vede, se nessuno le compra, allora tanto vale che tu lo faccia. Il fatto – ha proseguito Molyneux – che qualcosa che hai disegnato venga visto e apprezzato da altre persone che fanno soldi è, penso, la parte migliore”.E alla domanda “se qualcuno crea qualcosa e lo trasforma in un NFT e per qualsiasi ragione decidete di chiudere il gioco e che non è più giocabile. C’è un modo per far sì che sia ancora accessibile?” ha risposto: “È un’ottima domanda. Non ho idea della risposta, a essere onesto”.

Nella blockchain vengono registrato un link ipertestuale che rimanda ai dettagli dell’NFT, che sono salvati su un server esterno. Questa caratteristica è una di quelle che più viene accusata: perché mina l’idea di decentralizzazione e, poi, svaluta un NFT se basta il down di un server a far perdere un bene digitale pagato, magari, migliaia di dollari. Il fatto che Molyneux non abbia una risposta a una caratteristica così essenziale degli NFT non è rassicurante.