Cercare un altro Pokémon Go è difficile

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Pokémon Go è stato un successo incredibile (e continua a esserlo). Come tutti i successi clamorosi la cui portata è un po’ inattesa, si cerca poi di prendere quel modello e replicarlo in altri contesti, ma senza mai arrivare a trovare quella ricetta perfetta, quella congiunzione astrale, che ha portato al successo dell’opera originale.

Intanto perché Pokémon Go nasceva da un desiderio nato nel 1996 con i primi videogiochi della serie: poter vivere quell’esperienza nella vita reale. Le carte collezionabili, ovviamente, non erano sufficienti. Quando debuttò nel 2016 un gioco che permetteva, usando lo smartphone, di girare a catturare i Pokémon che vedevi sullo schermo e che erano nell’erba del parco vicino a casa tua, ecco, quel momento lì ha travolto più di una generazione. Ancora oggi Pokémon Go è giocato da milioni di persone e negli anni ha ricavato miliardi di dollari.

L’ultimo tentativo di Niantic: arriva Pikmin Bloom

Da allora Niantic ha cercato di replicare quella formula (smartphone, realtà aumentata, andare in giro a fare cose e incontrare altre persone) con altri marchi, come Harry Potter e, da pochi giorni, Pikmin, altro marchio di Nintendo dove ci sono delle piccole creature che aiutano a portare a termine vari compiti (spostare massi, superare gli ostacoli, etc). Pikmin Bloom è disponibile per iOS e Android.

Pikmin Bloom è l’ennesimo tentativo di ripetere quella formula di Pokémon Go in un prodotto che possa avere un grande traino. Come ha fatto notare Stephen Totillo su Axios, in realtà i recenti tentativi non sono andati a buon fine:

  • Harry Potter: Wizards Unite è stato lanciato nel 2019, ma ha avuto un successo modesto. Il primo mese i giocatori hanno speso 12 milioni di dollari (un buon risultato), ma Pokémon Go aveva raccolto 300 milioni di dollari nei primi trenta giorni
  • Catan, gioco di Niantic, verrà chiuso il 18 novembre
  • Minecraft Earth di Microsoft ha chiuso lo scorso giugno

Non mi aspetto che con Pikmin Bloom le cose saranno molto diverse: il marchio non ha neanche lontanamente il traino di Pokémon. Rappresenta, probabilmente, un tentativo per Niantic di diversificare il suo portafoglio prodotti, raccogliendo gli utenti che si sono stancati di Pokémon Go, ma non di quel tipo di esperienza.