Ci salutiamo (per poco)

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Questa è l’ultima newsletter del 2021. L’industria sta andando in letargo in vista delle festività di fine anno e anch’io sento il bisogno di fermarmi un po’ per poter ripartire. Insert Coin tornerà quindi il 9 gennaio.

Questa newsletter compirà 11 mesi il 24 dicembre. Dal primo numero a oggi le novità sono state tante: il formato è cambiato; è nato il sito dedicato; i contenuti settimanali sono diventati molti di più e con essi sono cresciuti gli iscritti, il che mi ha fatto solo piacere. Alcuni hanno anche effettuato una o più donazioni per supportare il mio lavoro: li ringrazio sinceramente.

Sto ragionando su cosa fare nel 2022 per far crescere questo progetto e, in generale, consolidare il contributo che voglio fornire all’informazione videoludica italiana e perciò sto valutando varie opzioni: se prenderanno forma, lo saprete solo in futuro.

Intanto, ti ringrazio per avermi seguito fino a qui e spero di aver contribuito, anche solo un po’, a farti comprendere perché parlare di videogiochi è importante: perché, in fondo, si tratta di anticipare il futuro.

Massimiliano


Il ritorno di Splinter Cell

Ubisoft ha annunciato che sta realizzando il remake di Splinter Cell, gioco originariamente uscito nel 2002. Il remake è in sviluppo presso lo studio di Toronto, che in passato ha lavorato a Splinter Cell: Blacklist (2013), supportato dal motore grafico Snowdrop, lo stesso di Avatar: Frontiers of Pandora e del gioco di Star Wars in produzione.

Non è stata fornita una data di uscita né sono state specificate le piattaforme su cui uscirà. In realtà, l’impressione è che Ubisoft sia nelle prime fasi dello sviluppo e infatti il video di annuncio si sofferma sulle immagini dell’originale Splinter Cell e un’intervista a tre sviluppatori che stanno contribuendo al progetto, ma non mostra nessun contenuto inedito.

Splinter Cell è nata nel 2002 come trasposizione videoludica dei romanzi scritti da Tom Clancy. L’ultimo capitolo uscito è stato Splinter Cell: Blacklist, nel 2013: è da otto anni, quindi, che la serie, pur molto richiesta dagli utenti, è sparita dai negozi. Il perché è il solito: la serie aveva persino il suo traino sul pubblico e Blacklist non aveva rispettato le aspettative commerciali di Ubisoft, arrivando a due milioni di copie vendute.

Il remake del primo Splinter Cell è quindi un’operazione facile perché raccoglie la voglia di riscoprire la serie di chi aveva giocato il capitolo originale e di chi, invece, non lo aveva giocato, ma proponendo una grafica profondamente revisionata.

“Considerate le conseguenze”

Mentre i dipendenti di Activision Blizzard, che da mesi sta affrontando una situazione di cambiamento dovuta alla necessità di rispondere (o dare l’impressione di rispondere) a un ambiente aziendale tossico, sessista e discriminatorio, stanno cercando di capire come organizzare un sindacato (in un’industria, quella videoludica, poco abituata ai sindacati), il direttore amministrativo di Activision Blizzard, Brian Bulatao, ha scritto un’email ai dipendenti chiedendo loro di ripensarci. L’email è stata riportata dal Washington Post, che ne ha condiviso i dettagli.

“Sarà più facile raggiungere le nostre aspirazioni di cultura aziendale attraverso un dialogo trasparente e attivo fra i dirigenti e i dipendenti” ha detto Bulatao, aggiungendo che “è un percorso migliore che semplicemente firmare un modulo elettronico offerto dalla CWA (Communications Workers of America, ndr) o aspettare l’esito di un processo di contrattazione obbligatorio e regolato”. “Vi chiediamo solo di prendervi del tempo per considerare le conseguenze di firmare un documento legale vincolante presentatovi dalla CWA”.

Activision Blizzard è la stessa società che:

  • ha licenziato dozzine di persone mentre aumentavano i ricavi;
  • ha sottopagato la co-leader Jen Oneal di Blizzard rispetto al collega con lo stesso titolo durante la transizione in cui aveva promesso che sarebbe arrivata a essere un’azienda migliore (Oneal si è quindi licenziata);
  • aveva promesso ai collaboratori esterni di Raven Software (studio interno di Activision che ha sviluppato Call of Duty: Black Ops Cold War) un aumento della retribuzione prima di licenziarne alcuni e proporre l’aumento solo ad altri.

Ora chiede ai dipendenti di fidarsi e di non organizzare un sindacato perché per loro (i dipendenti) sarebbe meglio così, dice.