Giochi di prospettive

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Analizzare un mercato vasto quanto quello dell’industria videoludica è complesso.

Se la prospettiva è troppo ampia, il rischio è di non riuscire a comprendere le cose più piccole, come il lavoro dei singoli sviluppatori o come giocano le persone.

Se la prospettiva, al contrario, è troppo ristretta, allora il rischio è inverso: le persone potrebbero non riuscire a unire i punti e a comprendere il contesto generalizzato e le tendenze.

Valutare le cose, quindi, è un gioco di prospettive; un continuo movimento – avanti e indietro, più vicini e poi più lontani – nel tentativo di comprendere le tante sfaccettature.

Dietro alle grandi acquisizioni di gennaio ci sono una serie di ragioni finanziarie: l’espansione sul mobile, per esempio, e la necessità di creare tanti contenuti su molte piattaforme. Meglio ancora se quei contenuti sono online e persistenti.

Non bisogna però far passare l’idea che il mondo mobile e i mondi condivisi connessi saranno le uniche priorità dei produttori: perché ci sarà bisogno ancora delle esperienze a giocatore singolo, dei titoli indipendenti e delle avventure a medio budget.

Non spariranno gli sviluppatori indipendenti (nemmeno quelli che fanno giochi più piccoli e davvero culturalmente e commercialmente indipendenti, come quelli che trovi su Itch.io); non spariranno le avventure con una forte connotazione narrativa e non spariranno nemmeno le produzioni prive delle microtransazioni.

Ci saranno tutti, questi videogiochi, in un agglomerato via via più grande perché altrettanto grande (oltre che eterogeneo) è il pubblico a cui tale agglomerato vuole rivolgersi. Ci sarà spazio per tutti.

Massimiliano


I conti di Sony, Nintendo e Microsoft

È stata la settimana dei resoconti trimestrali fiscali di Sony, Microsoft e Nintendo (e anche di società come Electronic Arts, Activision Blizzard King e Square-Enix; ma mi concentrerò sui produttori hardware).Alcuni punti salienti da tenere a mente: 

  • L’analista di Niko Partners Daniel Ahmad ha confrontato i ricavi e i profitti di Sony, Microsoft e Nintendo per l’anno solare 2021. Per ricavi Sony è in testa con 24,87 miliardi di dollari, seguita da Microsoft con 16,28 miliardi e poi da Nintendo con 15,3 miliardi di dollari. Dalla prospettiva dei profitti la situazione è un po’ diversa: Nintendo supera Sony con 5,4 miliardi di dollari (Microsoft non specifica i profitti della divisione videoludica)
  • Sony e Nintendo hanno abbassato le stime di vendita di PlayStation 5 e Nintendo Switch, rispettivamente, per via della scarsità a livello mondiale dei semiconduttori. Sony prevede di aver venduto, al 31 marzo 2022, 11,5 milioni di PS5 durante i dodici mesi precedenti. Nintendo, invece, ha stimato 23 milioni di Switch
  • Nel frattempo, Switch ha superato le vendite di Wii, ma attenzione: Switch è una console sia casalinga sia portatile, laddove Wii era nei negozi insieme al DS; quindi, di fatto, si sovrappone a entrambe
  • Entro marzo 2026 Sony intende creare almeno dieci giochi come servizio (Game as a Service): è anche per questo che ha comprato Bungie (ne scrivo dopo)
  • Nintendo ha negato di voler acquisire società terze perché preferisce puntare sui giochi di prime parti (ma se hai seguito le puntate precedenti di questa newsletter, già lo sapevi)

In generale, il giro d’affari delle tre società è in salute e in crescita.

Sony ha comprato Bungie: perché?

Sony ha comprato Bungie per 3,6 miliardi di dollari.

L’operazione è stata annunciata pochi giorni dopo che Microsoft ha detto che intende acquisire Activision Blizzard King per 68,7 miliardi di dollari, ma valutare l’accordo Sony-Bungie come una reazione sarebbe sbagliato: sono operazioni che richiedono mesi di gestazione e l’annuncio così ravvicinato è una coincidenza, sebbene sia rappresentativo di quanto il consolidamento fosse nella testa delle grandi società da tempo