“Fottuti idioti”

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Unity, nota per l’omonimo motore grafico, ha comprato per 4,4 miliardi di dollari IronSource, piattaforma di monetizzazione delle applicazioni mobile.

L’amministratore delegato di Unity, John Riccitiello, ha rilasciato, in particolare, un’intervista a Pocketgamer per vantare i benefici di monetizzare al meglio le proprie applicazioni e i propri videogiochi: d’altronde, Unity ha appena speso oltre 4 miliardi di dollari; che Riccitiello sia andato in giro a dire che questa è la direzione da seguire è assolutamente normale e legittimo.

Un passaggio di tale intervista, però, non solo ha suscitato forte perplessità, ma ha anche attirato su di sé varie critiche.

In riferimento a coloro che non massimizzano la monetizzazione né la implementano fin da subito nello sviluppo dei videogiochi, Riccitiello ha detto che rappresentano “una porzione molto piccola dell’industria videoludica” e che “alcune di queste persone sono le persone con cui mi piace di più scontrarmi nel mondo: sono persone brillanti, pure e bellissime. Sono anche fra i più grandi fottuti idioti”.

Giuro.

L’acquisizione di IronSource aveva già incontrato una certa antipatia da parte di una quota di persone che usano Unity per i propri videogiochi in quanto IronSource è nota per aver creato InstallSource, usato per distribuire malware e adware. Quei programmi che, se non fai attenzione, intasano il browser e la barra delle applicazioni di motori di ricerca che non hai mai sentito nominare e mettono pubblicità ovunque; e che ti spingono alla pazzia fino a farti formattare il dispositivo: quel tipo di software lì.

Al punto che Windows Defender, antivirus integrato in Windows, ha finito per iniziare a bloccarlo, ha ricordato PC Gamer.

Perciò, l’acquisizione di IronSource già non era vista bene; le parole di Riccitiello sono state la ciliegina sulla torta.

https://twitter.com/sh4na/status/1547220546458361859

L’acquisizione di IronSource è l’ultima in ordine cronologico riguardante la nuova direzione di Unity: più monetizzazione. Una direzione che piace sempre meno a chi sviluppa videogiochi e che con Unity ha uno stretto legame: perché significa che l’azienda è meno interessata a migliorare gli strumenti con cui creare videogiochi e più agli strumenti che massimizzano la monetizzazione (e le meccaniche connesse alla monetizzazione).

Unity sta competendo in una gara a due con l’Unreal Engine di Epic Games come motore grafico non solo di videogiochi, ma anche di altri contenuti in un focus nel cosiddetto metaverso e un mondo di contenuti sempre più transmediali.

Per Unity non sta andando benissimo. Nei giorni scorsi ha annunciato il licenziamento del 4% dello staff e da inizio anno le azioni hanno perso più del 75% del loro valore.