Chiamale, se vuoi, percezioni

Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
Ogni domenica invio una nuova puntata.

Parafrasando Lucio Battisti, voglio porre l’accento sulla rilevanza e l’influenza che ha ciò di cui scriviamo, come lo scriviamo e quando. Perché dà alle altre persone un termometro del mondo; un modo per avere un’occhiata sfuggente a un argomento.

Accade per tutto: politica, economia, società, tecnologia. E ovviamente – perché è per questo che sei qui – videogiochi.

Ciò significa che parlare tanto di qualcosa dà valore a quel qualcosa (anche più di quello che ha realmente, come vedrai dopo). Quando, al contrario, di qualcosa non si parla, allora la percezione che viene data a chi legge è che quel qualcosa non esista; oppure che abbia un valore molto basso, se non addirittura irrilevante.

Ciò di cui non scriviamo ha valore tanto quanto ciò di cui scriviamo.

Una delle prime cose che mi sono chiesto, più di un anno fa, quando iniziai le prime puntate di Insert Coin è stata: ma in Africa i giochi si fanno? E presumendo che sì, si fanno (perché sono un modo di esprimersi, perché l’Africa è un continente molto giovane e perché gli smartphone hanno accelerato la digitalizzazione di molti territori), chi li fa e dove li pubblica? E quanto vale tale mercato?

Le informazioni disponibili in italiano sono scarse. E in linea con quanto dicevo sopra, si potrebbe pensare che un mercato videoludico africano semplicemente non ci sia: non è così, naturalmente (anche questo, vedrai dopo).La narrazione prevalente dell’industria videoludica (e non solo; ma in questa sede tratto di videogiochi e quindi stacci) è quella dei mercati più attivi sul mercato internazionale, che sono il Nord America, l’Europa e una parte di Asia (Cina e Giappone, soprattutto: come se India, Malesia, Singapore e Filippine, per esempio, non ci fossero).

Sono i mercati più sviluppati, appunto; ma a furia di descrivere esclusivamente questi si rischia di dimenticare che il mondo è un po’ più grande di quello che abbiamo davanti ai nostri occhi. Con tutto ciò che ne consegue in termini di percezione.

Massimiliano


La situazione dei videogiochi in Africa

C’è un’area geografica di cui si parla poco e niente quando si tratta di videogiochi: l’Africa. Da alcuni mesi sto seguendo il settore per iniziare a capire le sue tendenze e come si muove e dove intende andare. Oggi ti racconto una parte di un settore che è vasto e frammentato, ma che sta iniziando a trovare le sue sfaccettature e le sue dinamiche interne.

Nei giorni scorsi si è tenuta l’Africa Games Week 2022, durante cui un gruppo di dieci società ha annunciato il Pan African Gaming Group (PAGG). L’intento semplice: l’unione fa la forza.

In Africa gli sviluppatori sono prevalentemente piccoli: mettendo a fattore comune le risorse, le competenze e le strategie, il PAGG mira a sfruttare le economie di scala per ottenere, fra le altre cose, finanziamenti.

Le dieci aziende che fanno parte del PAGG rappresentano nove Paesi africani (Sudafrica, Senegal, Camerun, Ghana, Tunisia, Etiopia, Kenya, Tanzania e Rwanda) più la diaspora africana (Messeka Game ha sede in Europa, ma realizza videogiochi basati sulla cultura africana).

L’obiettivo del PAGG è creare soprattutto giochi per il mercato africano, che possano quindi puntare su contenuti basati sulla cultura, la storia e la società africana. PAAG rappresenta oltre 200 persone, alcune delle quali con un passato in multinazionali come Electronic Arts e Ubisoft.

I dati di mercato generali sono limitati e non riguardano tutti i Paesi africani. I dati provengono in particolare da Newzoo, che ha analizzato l’area subsahariana (cioè la parte di Africa che si trova al di sotto del deserto del Sahara), dove giocano 186 milioni di persone (erano 77 milioni nel 2015) e il 95% lo fa su mobile: significa che il 16% della popolazione subsahariana gioca ai videogiochi. La maggior parte si trova in Sudafrica e in Nigeria.

Secondo le stime, entro il 2024 le persone che giocano su mobile nell’area subsahariana cresceranno a un ritmo annuale del 9,4%: sarà il mercato in più rapida crescita al mondo da questo punto di vista.

I cinque maggiori mercati – Sudafrica, Nigeria, Ghana, Kenya ed Etiopia – hanno generato ricavi nel 2021 per 589,1 milioni di dollari, di cui 290 milioni di dollari solo il Sudafrica.

Un’azienda che sta puntando a creare un’ecosistema capace di sostenere l’intera filiera dello sviluppo, dall’acquisizione degli utenti fino alla gestione dei pagamenti (in Africa tante persone non hanno una carta di credito da abbinare al portafoglio sul Play Store di Android o l’App Store di iOS), è Carry1st, che a gennaio 2022 ha ricevuto 20 milioni di dollari da realtà come A16z e Google.

Fra i giochi pubblicati da Carry1st ci sono SpongeBob Krusty Cook-Off, che vanta oltre un milione di installazioni dal Play Store, Mine Rescue e Carry1st Trivia.

E il Nord Africa?

Le ricerche di mercato del Nord Africa, che include Paesi come Egitto, Marocco e Algeria, vengono incluse nella più ampia regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa, appunto).Recenti stime (seppur limitate ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto) parlano di un mercato MENA da 1,76 miliardi di dollari nel 2021 per consumi e che arriverà a 3,14 miliardi di dollari nel 2025.

Nel 2019 Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia hanno registrato ricavi per 544,7 milioni di dollari, di cui 267 milioni dall’Egitto secondo quanto riportato da Vic Bassey, che cura il sito Games Industry Africa.

Cosa devi tenere a mente?

  • In Africa si gioca soprattutto su mobile
  • L’intero continente è un mercato miliardario
  • Le produzioni sono soprattutto indirizzate al mercato locale

I numeri dei metaversi

Già in passato ho affrontato il tema della percezione quando ci sono di mezzo le notizie e i titoli. Quando si continua a parlare dello stesso tema, a prescindere da come lo si faccia, il messaggio che viene mandato a chi legge è uno: quella cosa, qualunque sia, è importante o perlomeno non è irrilevante. Non serve nemmeno che chi passa effettivamente legga quegli articoli: la sola presenza di un titolo e di un argomento è sufficiente a mandare un messaggi (il che spiega perché sia importante selezionare con più attenzione ciò di cui si scrive).