Assumersi le colpe

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Ogni domenica invio una nuova puntata.

Anche Bungie ha annunciato dei licenziamenti. Secondo le indiscrezioni di Bloomberg, sono almeno 100 le persone licenziate. Inoltre, IGN ha riportato che la prossima espansione di Destiny 2, intitolata The Final Shape, è stata posticipata e che la pubblicazione del prossimo videogioco di Bungie, Marathon, è stata rimandata al 2025. Il motivo sarebbe un calo importante dei ricavi di Destiny 2.

Commentando la notizia su X (ex Twitter), Pete Parsons, amministratore delegato di Bungie, l’ha definita “una giornata triste perché salutiamo colleghi che hanno avuto un impatto significativo sul nostro studio”. Parsons ha anche parlato di “individui eccezionali” che hanno contribuito alla cultura di Bungie.

Successivamente in una nota pubblicata sul sito ufficiale, quella appena trascorsa è stata definita “una delle settimane più difficili della storia del nostro studio”.

“Vogliamo riconoscere il feedback e i vostri timori su Lightfall (la recente espansione, ndr) e le recenti stagioni, così come le reazioni che ci sono state all’annuncio di The Final Shape”, prosegue la nota. “Sappiamo che abbiamo perso molta della vostra fiducia. Destiny ha bisogno di sorprendere e deliziare. Non abbiamo fatto abbastanza e ciò cambierà”.

La nota va avanti, in sostanza, sottolineando che lo studio ci metterà più impegno, che cercherà di riconquistare l’interesse degli utenti e alzare il livello con The Final Shape; ma in nessuna riga – né fra le parole pubbliche di Parsons né in questa nota – c’è stato un mea culpa da parte della dirigenza per le decisioni prese in questi mesi e in questi anni e che hanno costretto a tagliare i costi sul personale.

Non è mai facile annunciare questo tipo di decisioni: praticamente come la fai la sbagli. Quindi, per carità, non voglio mettermi a stabilire cose che nemmeno io saprei fare a dovere. Non voglio neanche suggerire che Bungie avrebbe dovuto tenere delle persone a prescindere: far quadrare i conti di un’impresa è una delle cose più complicate da fare.

Ma trovo abbastanza rumorosa la mancanza costante – non solo nel caso di Bungie, ma nella stragrande maggioranza degli annunci di licenziamenti – di parole dei dirigenti che non suonino vuote, persino evitabili, nel comunicare questa decisione.

Si licenzia a causa dei cambiamenti del mercato o dei consumatori che spendono meno rispetto a prima. E sono tutte cose vere.

Ma un’altra cosa vera è che qualche figura apicale ha fatto delle previsioni che non si sono avverate; ha organizzato dei progetti che hanno richiesto dei rinvii; ha proposto una direzione che si è rivelata, nel caso migliore, inadeguata e maldestra.

Però di tutto questo, nelle comunicazioni pubbliche, non c’è mai traccia.

Perché anche nel comunicare il messaggio che è brutto e triste e doloroso licenziare dozzine di persone non bisogna passare per quelli che hanno sbagliato.