Ci sono i giochi “casual”, che si propongono a un pubblico vasto e quindi prevedono meccaniche di gioco intuitive e facili, e poi ci sono quelli “hypercasual”: ancora più semplici, ancora più accomodanti, spesso pieni di pubblicità (parlai, ad aprile 2021, di Join Clash 3D: ecco, quella roba lì).
Ora, però, le cose stanno un po’ cambiando e alcuni studi dietro ai giochi hypercasual stanno iniziando a integrare meccaniche leggermente più raffinate, come le classifiche e le modalità multigiocatore, secondo un resoconto del Wall Street Journal, in modo da “trattenere i giocatori durante un momento di saturazione del mercato e profondi cambiamenti nella tecnologia che complicano la monetizzazione dei giochi attraverso le pubblicità”.
Il riferimento è a decisioni come quella di Apple di chiedere espressamente a chi usa dispositivi iOS se vuole o no concedere i propri dati per personalizzare le pubblicità. Spoiler: tante persone hanno scelto di non farlo e società come Meta, che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, hanno registrato un certo impatto sui loro conti (ma non per tutte è stato un disastro).
Perciò, “gli sviluppatori stanno cercando ulteriori modi per aggiungere livelli di complessità e sfida” in quei giochi, secondo il vicepresidente senior di Unity, Clive Downie. Unity è il motore grafico usato da molti di questi giochi hypercasual, che nel 2021 sono stati scaricati 15,6 miliardi di volte, cioè il doppio che nel 2019.
L’essere così semplici, però, significa anche che spesso vengono giocati per breve periodi di tempo: spesso non prevedono un’evoluzione e quindi, banalmente, le persone si stufano. Le esperienze hypercasual stanno cercando di integrare nuove modalità anche per evitare che altre aziende possano copiare facilmente i giochi di maggior successo: situazione che nel settore mobile si verifica molto di frequente.