Conviene fare un po’ di ordine. A pochi giorni di distanza da quel 18 luglio che, almeno secondo l’accordo originale, avrebbe dovuto stabilire la chiusura dell’acquisizione di Activision Blizzard King da parte di Microsoft, sono successe tante cose. Alcune più influenti di altre; e molte di queste si sono sovrapposte.
Una sola cosa è certa: è stato tutto rimandato di alcuni mesi.
La situazione negli Stati Uniti
Ricordando che, al momento, solo nell’Unione Europea (considerando i tre principali mercati: UE, Stati Uniti e Regno Unito) l’acquisizione ha avuto l’approvazione, negli Stati Uniti sono avvenute alcune delle principali evoluzioni attorno a questa vicenda.
Prima la giudice Jacqueline Scott Corley ha respinto la richiesta dell’autorità antitrust nazionale, la Federal Trade Commission (FTC), di ottenere un’ingiunzione preliminare, che avrebbe impedito a Microsoft e Activision Blizzard King di finalizzare l’acquisizione entro il 18 luglio.
Corley ha respinto praticamente l’intera posizione della FTC stabilendo che Microsoft non ha incentivi a togliere Call of Duty da PlayStation (idea che Sony ha reiterato più e più volte); che la FTC ha dato troppo peso alle dichiarazioni di Sony; e che, insomma, non ci sarebbero problemi per la concorrenza. La FTC ha fatto subito appello per questa decisione, ma non ha ottenuto niente.
Questa svolta ha avuto varie conseguenze.
Per esempio, Sony e Microsoft hanno firmato un accordo vincolante che durerà dieci anni che assicura che la serie Call of Duty continuerà ad arrivare su console PlayStation. È lo stesso accordo che ha firmato anche Nintendo nonché simile a quello che Microsoft ha firmato con altre società che propongono servizi di cloud gaming come Nvidia.
Al momento, quindi, non c’è niente che ostacoli l’acquisizione, negli Stati Uniti.
Per di più, alla luce tanto della sentenza di Corley – che ha smontato la posizione della FTC – quanto del respingimento anche in appello, Microsoft aveva chiesto alla FTC di rinunciare a portare il caso in un secondo tribunale, con la prima udienza che era fissata il 2 agosto.
Contemporaneamente, una lettera di 22 membri repubblicani del Congresso, indirizzata alla responsabile della FTC Lina Khan e a due commissari, chiedeva alla FTC di non perseguire più il blocco dell’operazione alla luce della mancanza di solide basi, della sentenza di Corley e dell’evidenza che, allo stato attuale delle cose, la FTC non abbia una posizione efficace per continuare a sostenere il suo antagonismo verso l’acquisizione.
Il 18 luglio la FTC ha annunciato di aver ritirato il procedimento contro l’operazione davanti al giudice amministrativo. (Anche se potrebbe di nuovo richiederlo in futuro).
Come ha ricordato The Verge, per bloccare l’acquisizione l’autorità antitrust stava percorrendo contemporaneamente due strade: la prima prevedeva, appunto, l’ottenimento di un provvedimento urgente che avrebbe impedito a Microsoft di completare l’operazione entro il 18 luglio; la seconda, più lenta, avrebbe tentato di bloccare l’acquisizione a posteriori, ossia dopo l’eventuale completamento. Entrambe, al momento, sono state superate da Microsoft e Activision Blizzard King.
La FTC sta comunque ancora cercando di fare appello contro il respingimento della richiesta di ingiunzione preliminare.
E nel Regno Unito?
A brevissima distanza dalla sentenza di Corley, la Competition and Markets Authority (CMA), cioè l’autorità antitrust britannica, ha mostrato apertura verso nuove proposte per ristrutturare l’operazione così da rispondere alle sue preoccupazioni che, ricordo, valgono unicamente per il mercato del cloud gaming e non per quello console (dove la CMA aveva negato che ci sarebbero problemi per la concorrenza). La CMA aveva bloccato l’operazione il 26 aprile con il rapporto conclusivo dell’indagine.
Alla luce di tale novità, Microsoft e CMA hanno chiesto al tribunale amministrativo, a cui Microsoft si era rivolta per fare appello, di sospendere il giudizio per almeno due mesi, fintanto che viene valutato un altro accordo: la richiesta è stata accettata.
Ciò ha allungato i tempi: e infatti il 18 luglio è passato senza che sia successo proprio niente.
Il nuovo accordo
Microsoft e Activision Blizzard King, quindi, hanno annunciato di aver stipulato un nuovo accordo. Quest’ultimo prevede, fra le altre cose, un prolungamento di tre mesi; è quindi il 18 ottobre, ora, il giorno ultimo per finalizzare l’operazione.
“Siamo ottimisti di riuscire a chiuderlo ed entusiasti di portare più videogiochi a nuovi giocatori ovunque”, ha commentato su Twitter l’amministratore delegato di Microsoft Gaming, Phil Spencer.
“Onoreremo tutti gli impegni concordati con la Commissione Europea e gli altri regolatori e continueremo a lavorare con la CMA sui problemi emersi nel Regno Unito”, ha scritto invece il presidente di Microsoft, Brad Smith. “Siamo fiduciosi sulla prospettiva di chiudere questa operazione”.
Sembrano non esserci più ostacoli negli Stati Uniti e nell’Unione Europea c’è già l’approvazione. Il Regno Unito è il perno del proseguimento della vicenda.
C’è una data simbolo che potrebbe indicarci quando le parti ritengono che l’acquisizione verrà confermata: il 29 agosto.
È il giorno in cui la CMA pubblicherà il suo ordine conclusivo, che rappresenta l’ultimo atto della sua indagine. Inoltre, il nuovo accordo fra le due società prevede che se l’operazione non venisse conclusa entro il 29 agosto, allora la penale che dovrebbe pagare Microsoft (come risarcimento nel caso l’accordo venisse terminato senza la conclusione dell’operazione) salirà da 3 a 3,5 miliardi di dollari in tale data.
Alla luce di queste novità, è facile pensare che l’acquisizione sia cosa fatta: per me non è così semplice. È un’operazione complicata, anche se è vero che oggi ci sono più probabilità che venga conclusa rispetto a ieri; ma ciò non significa che sia scontato il risultato finale.