Un riuscito Nintendo Direct

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Se mai ce ne fosse stato bisogno, nei giorni scorsi Nintendo ha dimostrato di essere un’entità indipendente rispetto a Sony e a Microsoft: e che perciò può fare quello che vuole. Anche fingere, fra le altre cose, di non stare pensando a una nuova console e quindi presentare videogiochi previsti per il 2024 su Nintendo Switch all’ultimo Nintendo Direct. Evento che ha annunciato da un giorno all’altro e che, in 40 minuti, ha permesso alla società di coprire il vuoto – in un modo o nell’altro – che prima c’era per la stagione autunnale e invernale sulla sua console.

Ma andiamo con ordine.

Il Nintendo Direct improvviso

L’annuncio del Nintendo Direct è arrivato il 20 giugno, ossia il giorno prima di quando si è tenuto (il pomeriggio del 21 giugno).

A bocce ferme dopo il “non-E3”, dopo l’Xbox Showcase, dopo che la Summer Game Fest è finita. Come a dire: “Quando avete finito chiamatemi, ok?”

Nintendo ha i suoi tempi, i suoi modi e le sue usanze.

Una di queste è sempre di più – e devo ammettere che mi piace molto – quella di presentare diversi giochi a pochi mesi dal lancio sul mercato: il che, a mio modo di vedere, è una scelta vincente perché crea un senso di maggiore immediatezza e concretezza all’annuncio che spesso, durante queste presentazioni, può perdersi:

  • Super Mario Bros. Wonder arriverà il 20 ottobre (per altro a breve distanza da Alan Wake 2, 12 ottobre, e Assassin’s Creed: Mirage, 17 ottobre, ma soprattutto lo stesso giorno di Marvel’s Spider-Man 2: a ulteriore dimostrazione di come Nintendo sia cosa a parte e non tema nessuno);
  • Pikmin 1 e 2 HD sono già disponibili in digitale e arriveranno a settembre in edizione fisica;
  • WarioWare: Move It! uscirà il 3 novembre;
  • il rifacimento di Super Mario RPG (uscito originariamente su SNES) il 17 novembre;
  • e Dragon Quest Monsters: The Dark Prince (Square-Enix) uscirà il 1 dicembre.

Qua un’immagine che raccoglie tutti i videogiochi presentati, che includono anche i videogiochi di terze parti.

La capacità di Nintendo, poi, di usare i suoi marchi, secondo me è molto interessante: posso affermare serenamente che Super Mario Bros. Wonder sia sbucato dal nulla e che nessuno se lo aspettasse. La serie New Super Mario. Bros, nata su Wii, era stata accantonata da tempo: non ci si aspettava che quello spirito lì (2D e con modalità cooperativa opzionale) tornasse.

L’aspetto per me più interessante del Nintendo Direct, però, è il sottile gioco comunicativo con cui Nintendo sta fingendo che l’anno prossimo non sarà anche l’anno in cui uscirà la sua nuova console (qualunque cosa sarà).

E lo fa al punto da sottolineare che il rifacimento di Luigi’s Mansion 2, originariamente uscito su Nintendo 3DS nel 2013, e un nuovo videogioco con protagonista la principessa Peach (non ne sappiamo niente) arriveranno nel 2024 su Nintendo Switch.

L’unica cosa certa rispetto alla nuova console di Nintendo è che non arriverà entro il 31 marzo 2024, che chiuderà l’attuale anno fiscale: le previsioni finanziarie non sono coerenti con il lancio di una nuova console.

Però è altrettanto vero che le vendite di Nintendo Switch sono in costante calo da diversi anni: per cui, Nintendo non può perdere troppo il momento opportuno (che non è semplice da inquadrare); ma parlarne ora significherebbe togliere interesse a Nintendo Switch, che continua a fare molto bene sul mercato, perché farebbe percepire ai consumatori di star acquistando un prodotto che presto diventerà vecchio in maniera palese.

Ma con le altre console Nintendo come aveva gestito questa transizione?

Nintendo DS, Wii e Wii U

Fra febbraio 2010 e marzo 2011 (quando il 3DS arrivò sul mercato) Nintendo fece uscire su Nintendo DS:

  • Pokémon Bianco e Nero (settembre 2010)
  • Mario vs Donkey Kong: Mini-Land Mayhem (novembre 2010)

Ci arrivò, insomma, con poche carte ancora da giocare; ma come Nintendo Switch, DS venne sostituita dopo sette anni sul mercato (ed ebbe un supporto dalle terze parti molto ampio e variegato).

Wii U invece è uscita a novembre 2012. Gli ultimi videogiochi rilevanti pubblicati da Nintendo su Wii nei mesi antecedenti alla commercializzazione di Wii U sono stati:

  • Kirby’s Return to Dream Land (ottobre 2011)
  • The Legend of Zelda: Skyward Sword (novembre 2011)
  • Mario Party 9 (marzo 2012).

Nel caso di Wii U, invece, nei mesi precedenti al lancio di Switch Nintendo pubblicò:

  • The Legend of Zelda: Twilight Princess HD (marzo 2016)
  • Star Fox Zero (aprile 2016)
  • Paper Mario: Color Splash (ottobre 2016)
  • The Legend of Zelda: Breath of the Wild (marzo 2017: oh, vale)

Insomma, la storia recente mostra come di base nei mesi precedenti al lancio di una nuova console non ci sia mai stato il vuoto totale di uscite di prime parti sulle console di Nintendo – nonostante la società conoscesse bene i suoi programmi futuri, così come li conosce ora.

Con Nintendo Switch la situazione sembra essere un po’ più vigorosa: perché nel giro di tre mesi usciranno Pikmin 4, WarioWare: Move It, Super Mario Bros. Wonder e Super Mario RPG; e il prossimo anno il remake di Luigi’s Mansion 2 e il videogioco della principessa Peach.

La strategia di Nintendo

Infine, sappiamo che Nintendo sta preparando il terreno per il lancio di una nuova console perché la sua strategia prevede un solo capitolo delle sue serie principali su ciascuna generazione: e le serie da usare sono praticamente finite.

Lo ha rivelato, in un’intervista a Gamesindustry, l’amministratore delegato di Ubisoft, Yves Guillemot, commentando i risultati commerciali inferiori alle aspettative di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, che è stato pubblicato a pochi anni di distanza da Mario + Rabbids: Kingdom Battle, anch’esso disponibile per Nintendo Switch: proprio Nintendo aveva sconsigliato a Ubisoft di farlo.

“Avevamo già pubblicato un gioco di Mario Rabbids, quindi con un altro avevamo due esperienze simili su una macchina”, ha detto Guillemot. “Su Nintendo, giochi di questo tipo non muoiono mai. Ci sono 25 giochi di Mario su Switch. Nintendo [ci aveva consigliato] che è meglio una sola iterazione su ciascuna macchina. Eravamo in anticipo, avremmo dovuto aspettare”.